Soundgarden
King Animal

2012, Universal Republic
Grunge

L'odore degli anni '90 non è mai stato così fresco e rigenerante... Bentornati!
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 13/11/12

1997: i Soundgarden decidono di darci un taglio. Netto. Troppe e troppo grandi divergenze d'opinione, gli sguardi di Cornell e Thayil oramai non volgono più verso la stessa direzione.


2010: la band si riunisce e torna a rodare gli ingranaggi concerto dopo concerto.


2012: due anni di lavori, correzioni, aggiunte, e la ritrovata coesione ha dato i suoi frutti, tredici per l'esattezza.


"King Animal" è il come back che molte, moltissime band che hanno fatto fortuna negli anni '90 e che ora sono di nuovo in pista vorrebbero. Viste le molte reunion che si son svolte negli ultimi due, tre anni, e visti i risultati non prorpio esaltanti prodotti dalla maggior parte (eccezion fatta per Alice In ChainsBush, Garbage ed in buona parte No Doubt), non è un'esagerazione. Il nuovo album dei Soundgarden è incisivo, bilanciato, graffiante, ruggente, coperto da una sottilissima coltre di ruggine e smog proveniente dalla Seattle dei 90's che non guasta, ma non per questo risulta anacronistico, anzi: la stesura di nuove composizioni, e soprattutto il lavoro di recupero di parte del materiale mai utilizzato quindici, diciotto anni fa ed il successivo riadattamento ai gusti dei Soundgarden di oggi può dirsi pienamente riuscito.

Per intenderci, se "Live To Rise" era un buon brano, ma con forti richiami ai lavori solisti di Chris Cornell, "King Animal" è Soundgarden al 100%, sembra non esserci stata una pausa lunga di oltre quindici anni. Il sound è la diretta evoluzione di ciò che sarebbe potuto accadere durante questo lasso temporale se i Nostri non si fossero mai separati e se avessero superato le divergenze di quell'infausto 1997.


La prestazione dei (non più) ragazzi è eccellente sotto ogni punto di vista, ogni musicista ha il proprio spazio e non sovrasta né viene sovrastato dagli altri. Brano dopo brano si percepisce la sensazione di una coesione convincente della band, d'un buon amalgamarsi di tante idee, evitando in maniera invidiabile la confusione ed il caos che pure potevano palesarsi; emblema di tutto ciò è la sciamanica "Rowing", perfetto rito conclusivo che scaccia con pacifica veemenza i demoni del passato.


Grunge, rock sporco, nudo e crudo, chiamatelo come volete, fatto sta che è quasi paradossale che ritorno dei "grandi vecchi" e del loro stile dannatamente anni '90 sia una boccata d'aria fresca nel panorama rock odierno. I Soundgarden son tornati, e "King Animal" farà una gran fatica a cadere nel vortice del dimenticatoio.





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