The Fire
Supernova

2012, Ammonia Records
Pop Rock

Recensione di Mia Frabetti - Pubblicata in data: 05/12/12

Supernova
[su-per-nò-va]
s.f. (pl. –vae)
ASTRON
Stella nova il cui splendore subisce un eccezionale aumento di intensità, in concomitanza con una fase esplosiva catastrofica in cui vengono liberate enormi quantità di energia


Il mercato discografico è come l’inferno: organizzato in gironi. Uno per gli illustri sconosciuti il cui nome non verrà mai ricordato, uno per le vecchie glorie cadute in disgrazia, uno per le hit mordi e fuggi: a differenza del paradiso, l’inferno non è a posti limitati. Basta dare un’occhiata all’affollatissimo limbo riservato alle band sospese fra anonimato e popolarità per rendersene conto; l’abisso non rifiuta nessuno, e proprio per questo la lotta per la fama, laggiù, assomiglia fin troppo spesso a una battaglia per la sopravvivenza. I The Fire questa battaglia la stanno combattendo da sette anni, portando la loro musica in giro per l’Italia e l’Europa al fianco di nomi come Deep Purple, Iggy Pop, Alice Cooper, The Damned e Fall Out Boy; tuttavia il brusio che sono riusciti a sollevare attorno al loro nome non ha mai sfondato gli argini, trasformandosi in boato dirompente e consentendogli di compiere il famoso salto di qualità. Sarà il loro terzo album, “Supernova”, a traghettarli oltre la terra di mezzo in cui continuano a languire di passione insoddisfatta? Spiace dirlo, ma appare difficile.

Una supernova è una stella tragica, inevitabilmente destinata allo sfacelo e al collasso; autodistruttiva ma ambiziosa, con la sua esplosione è in grado di mettere a tacere l’intera galassia e di superarla in luminosità. Ma l’ultima uscita discografica dei The Fire - dieci tracce di rock ammansito a colpi di frusta per suonare quanto più radio-friendly e mainstream possibile - può essere paragonata al massimo a una dei milioni di stelle che compongono la galassia della musica pop, né più né meno luminosa di tante altre. Infatti, se all’interno del panorama italiano “Supernova” può risultare un prodotto accattivante, composto in parti uguali di melodia e riff più graffianti, la formula su cui poggia è in realtà vecchia e stanca, una vena artistica prossima all’esaurimento.

Il melodic rock non è certo stato inventato dai The Fire; loro, al massimo, hanno scoperto, imbottigliato e venduto l’acqua calda, anche se - bisogna ammetterlo - l’hanno fatto con discreta abilità. Non si può infatti negare che nell’insieme, a dispetto di qualche filler (come la martellante “Waltzin’ Monnalisa”), “Supernova” rimanga un godibile medley di ballate (“Paralyzed”, “Just Can’t Get Enough”) e brani più spigolosi (“Mr. Pain”, “Dynamite”) cuciti addosso alle sfaccettature della voce di Olly Riva. Se poi a queste si aggiunge il contributo di una fuoriclasse come Alteria il gioco è fatto: anche una canzone orecchiabile ma tutto sommato banale come “Follow Me” si trasforma in singolo di punta da far circolare per le vie della città, guidando con i finestrini abbassati in una giornata di sole.

Ciò nonostante, “Supernova” non corrisponde le attese e non mantiene le promesse di luce accecante, roghi insaziabili e spettacolare bellezza contenute nel suo titolo. Contestargli la sufficienza sarebbe ingiusto, ma lo sarebbe anche esaltare un disco dalle gambe corte che non osa allontanarsi da una strada maestra spianata da altri e percorsa con entusiasmo già da troppi.

Il cielo sarà anche di tutti, dei soli come delle meteore; ma la storia appartiene soltanto alle supernovae. Quelle vere.



01. Claustrophobia
02. See You Next Time
03. Follow Me
04. Paralyzed
05. Supernova
06. Waltzin’ Monnalisa
07. Just Can’t Get Enough
08. Dynamite
09. Mr. Pain
10. Out Of Here
11. Business Trash
12. Tu Sei Solo Mia

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