Non troppo tempo fa - precisamente nel 2000 - assieme all’entrata in vigore del tanto odiato Euro, tornò alla ribalta in Italia un movimento musicale chiamato ska. Nato nella lontana e sempre verde Giamaica attorno agli anni 70, questo genere ci veniva presentato come una vera e propria fusione tra i più noti strumenti musicali rock e quelli a fiato (tromba, trombone, sax ecc…) sorretta da ritmi jazz e swing, e ci regalava una freschezza uditiva piacevole ed interessante. Revival che, soprattutto in Italia, ebbe tuttavia una vita veramente breve. Ma perché perdersi d’animo, devono aver pensato i
Toxic Tuna nel momento in cui hanno deciso di ridare lustro al genere. Edito nel 2008, questo debutto non poteva trovare titolo migliore di
“Elegante”, un aggettivo che ben rappresenta l’amalgama pazzoide di uno ska frizzante e un jazz - perché no - romantico con dei testi sospesi tra un italiano che ricerca “eleganti” parole nella vita sociale ed enigmatica del nostro paese per poi scherzarci sopra ed un inglese scanzonato e mai fuori posto. Altro punto a favore dei nostri è la voce di Ketty, che sembra prendersi poco sul serio in ogni singola canzone risultando però molto credibile e a suo agio, soprattutto per quanto riguarda i cambi di lingua.
“Non ho confessioni da fare alla radio
...che è l’ultimo stadio dell’utile idiota
Che si mette in mostra come un pavone che fa la ruota”
Estremamente varia è la tracklist; ben dodici le tracce in scaletta, arricchite dalla presenza di due cover che delineano il mondo e la proposta dei Toxic Tuna. La prima è “Nessuno” di Mina, che ci riporta alla tradizione italiana, mentre la seconda, ”Why Don’t You Do Right” di Peggy Lee, sembra voler marcare anche una certa tradizione swing d’oltremare. Passiamo da una rappresentazione veritiera e un po’ “satirizzante” (espressione esclusiva del recensore) del nostro paese in “Lo Stivale”, dove scorgiamo delle incursioni vagamente rock, ai ritornelli di “Barabba” e “Non Ho”, entrambi da cantare a squarciagola.
Proposta validissima e ben autoprodotta quella dei nostri. La sensazione durante l’ascolto è proprio quella di entrare in un decadente locale anni 50 dove tra i vestiti retrò di prosperose donzelle e schiamazzi ci sono proprio loro, i Toxic Tuna, che intrattengono il pubblico nella speranza che le risse finiscano… Anzi, che continuino pure!