Soulphureus
Rest In Hell

2012, Buil2Kill Records
Death Metal

Recensione di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 10/12/12

Provenienti dalle fredde (?) lande (??) bergamasche, i Soulphureus esordiscono con “Rest In Hell”, disco che, come loro stessi specificano nella biografia, può essere inserito a pieno titolo in un genere chiamato blackened death metal. Non capita così spesso infatti di ascoltare uno stile come quello proposto dai quattro metallers italiani, capaci di avvicinare la scena death/black svedese al death made in USA.

Questo comporta senza dubbio, per chi conosce entrambe le radici musicali dei Soulphureus, il fatto di pescare immediatamente ogni piccola sfumatura che può essere ricondotta all'Europa o agli States. Nonostante tutto, il gruppo riesce nel corso del disco ad amalgamare bene le influenze ed evitare di comporre pezzi in cui si passa con troppo stacco da una parte all'altra. Fin dall'inizio a farla da padrone è un tremolo picking che giustifica la componente svedese, soprattutto pensando ai primi lavori degli At The Gates o alla scena black del nord del nostro continente. Dall'altro lato, la complessità dei pezzi, in merito alla lunghezza e alla loro strutturazione, evidenzia che gruppi come Death, Morbid Angel ma anche Possessed (di cui viene peraltro proposta una cover, “The Exorcist”) hanno avuto il loro ruolo nella formazione musicale della band bergamasca.

Come ogni buon disco death metal che si rispetti, anche “Rest In Hell” è conforme a certi cliché obbligatori come i frequenti cambi di tempo, le sfuriate di doppia cassa e i momenti di pura velocità che creano le basi del genere. La produzione è ben definita e ogni strumento ha il suo spazio nel mix finale, cosa che se da un lato è sicuramente apprezzabile, dall'altro può generare qualche dubbio. Infatti uno stile di questo tipo spesso richiede un suono più “sporco”, proprio per richiamare  alla mente l'atmosfera che i dischi di chi ha fatto la storia del black/death sanno evocare.

C'è insomma pane per i denti di chi apprezza il genere: senza inventare granché, ma fondendo bene le influenze, i Soulphureus mettono in piedi un disco in grado di rinverdire la tradizione metal dei primi anni novanta, costruendo un ponte ideale tra la Svezia e la Florida.



01. The Forge of Souls

02. Csejthe's Bloodbathes

03. Holy Trinity Desecration

04. Burned By the Exorcism

05. Gates of Doom

06. Nemesis of The Light

07. The Exorcist (Possessed cover)

08. Tombstones in Heaven

09. Soulphureus

10. Rest in Hell

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