Homicide Hagridden
Us

2012, Buil2Kill Records
Thrash

Recensione di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 13/12/12

Anni di esperienza, padronanza tecnica, capacità compositiva: eppure gli Homicide Hagridden, con questo “Us”, giungono soltanto al secondo album della loro carriera, iniziata nell'ormai lontano 1994. Non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma non è altro che l'ulteriore segnale di come la sena metal italiana sia davvero sottovalutata, soprattutto in patria. La risposta migliore a questa condizione, però, sta nell'ascoltare quanto proposto dai thrashers torinesi.

Uno schiaffo in pieno viso fin dall'inizio, ma solo dopo il breve arpeggio che introduce l'album. Da lì in avanti non ci si volta più indietro, con uno stile molto vicino a quanto proposto dall'accoppiata Exodus-Slayer dei tempi d'oro, un thrash pieno di sfumature hardcore – soprattutto nella voce, che fa venire in mente il miglior Araya. In appena mezz'ora gli Homicide Hagridden sfogliano il dizionario del thrash e ne affondano i colpi migliori, tra sfuriate speed, riff che sembrano scritti da King e Hanneman, cambi di passo come se piovesse e mid tempos granitici ed efficaci. Soltanto “Dimension zero” prova a rompere leggermente il muro di suono, con un'introduzione più melodica e, come forse rivela il titolo stesso, vagamente orientata alla scena death svedese.

C'è anche qualche richiamo alla fase anni '90 degli Slayer, sia nell'approccio di alcuni pezzi, parenti stretti di “Divine Intervention”, che nelle sonorità scure ma definite del disco. Le chitarre spadroneggiano nel mix finale, con un suono grasso ma allo stesso tempo tagliente, che evita l'effetto “zanzara” di certe produzioni, mentre la batteria, soprattutto grazie a cassa e rullante, fa a pezzi i timpani di chi ascolta.

Si sarà intuito che non siamo di fronte al disco più originale del secolo, anzi: “Us” è palesemente ispirato a quanto fatto dai grandi nomi della scena thrash, e a tratti si può provare qualche déjà vu, ma non per questo va bocciato. Quello che conta, in casi come questi, è che il prodotto sia di qualità e sappia entusiasmare, e gli Homicide Hagridden riescono molto bene nell'intento.



01. Last thinking

02. World Decline

03. Black As War

04. Empty Thoughts

05. The Ones

06. Slaved From Darkness

07. Dimension Zero

08. Ghost Messiah

09. Sign Of The Death

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