Trick Or Treat
Rabbit's Hill Pt.1

2012, Valery Records
Power Metal

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 14/12/12

C’era una volta, in una rigogliosa campagna inglese, un allevamento di galline di proprietà dei Tweedy. La signora Tweedy, in un impeto di follia dettato dalla scarsa produzione di uova, acquista un’attrezzatura per la produzione di pasticci di pollo ma le galline, capitanate dalla rampante Gaia, non ci stanno e tentano la fuga verso un mondo nuovo sorvolando l’imponente recinto.

Uhm no, “Galline In Fuga” non è la storia giusta. Riproviamo.

C’era una volta, in una rigogliosa campagna inglese, un allevamento di conigli. Il coniglio Quintilio, in un impeto di orgoglio dettato da una terribile visione che preannuncia l’imminente distruzione della conigliera, parte col fratello Moscardo e i suoi amici in un’avventura che li porterà oltre il recinto verso un posto migliore in cui vivere, la collina di Watership.

In realtà il concept del nuovo disco dei Trick Or Treat è molto più serio e profondo di quanto si possa pensare, ispirato dal best seller di Richard Adams “La Collina dei Conigli”. La band emiliana si è dedicata a libro e disco prima di rilasciare l’esordio Evil Needs Candy Too (2006), promettendo di lavorarci al fine di una pubblicazione discografica solo dopo aver acquisito sufficiente esperienza. E oggi quell’esperienza c’è (e si sente). Abbiamo ampiamente parlato di "Rabbit’s Hill Pt.1" nel nostro track-by-track di qualche settimana fa, confermando la bontà dell’intero “pacchetto”, perché quando ci sono composizioni all’altezza tutti gli elementi del gruppo si esaltano in maniera direttamente proporzionale. E allora bentrovati ragazzi, con un disco che va doverosamente accostato agli Helloween di vecchia e nuova generazione, perché tutto parte sempre da lì e da un’innegabile somiglianza stilistica. Non che sia un male, anzi, i nostri Trick Or Treat proseguono indomiti in questo percorso credibile e funzionale alle loro qualità, migliorandosi disco dopo disco pur mantenendo una linea guida ben definita nella quale ci sguazzano in modo a volte ironico, a volte scherzoso e oggi anche serioso come dimostrato da alcuni nuovi brani e dal concept attorno al quale gravitano.

L’ascoltatore incline al power metal teutonico avrà, musicalmente, pane per i suoi denti: brani zuccherosi, riff memorabili, voce cristallina, cori epici, doppia cassa e produzione corposa. Non ci sono controindicazioni: le canzoni scivolano via lisce anche se più spesse ed enfatiche e gli arrangiamenti sono ancor più equilibrati rispetto al passato, ulteriore segno di maturità. Non ci resta che consigliare l’acquisto di "Rabbit’s Hill Pt.1" in attesa della seconda parte che si preannuncia ancor più serrata e gratificante: fino ad oggi la band emiliana non ha mai tradito le attese e la strada verso il successo pare essere finalmente in discesa.



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