In “Mars’ Sailors” c’è Nick Cave che gioca a fare i Doors in forte odore di psichedelica, mentre nella successiva “Sera” sembra di sentire i Baustelle che vogliono omaggiare Paolo Conte. Non male, vero? Beh, allora dovreste sentire il Beck in fissa coi ‘70s che vuole – cantando in romagnolo – suonare i più celebri anthem da telefilm che stuzzicherebbero la smania trash di Tarantino (“Curtel”), oppure la chisura in lo-fi desertico, disordinato e posseduto dal voodoo, di “Il Presente”.
I Collettivo Ginsberg debuttano sul mercato con un classico EP di presentazione in formato digitale che non solo mantiene fede in tutto all’idea di fondo del meltin’ pot impazzito di ispirazioni e suggestioni suggerito sia dal moniker che dalla copertina a cura di Tim Roeloffs, ma che si presenta da subito come accattivante. Un lavoro solido in personalità che mantiene alta la voglia di saperne di più di questa “Creatura a cinque teste” (come la band ama auto-definirsi) tutta italiana, ma che ha parte della testa e del cuore all’estero. Non ci rimane, quindi, che attendere un full length che sappia consolidare ulteriormente queste solide premesse, rimirando l’invito che, sulla busta, reca scritto: “De La Crudel”.