Collapse Under The Empire
Fragments Of A Prayer

2012, Sister Jack Records
Post Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 02/02/13

Un pizzico dell’intimità dei primissimi Mono, il temperamento soft dei Plumb, la lucente libertà degli ultimi Anathema, la teatralità cinematografica dei Two Steps from Hell, pur tenendo a mente quanto fatto dai Mogwai e dai God Is An Astronaut. Ed ecco che amalgamando bene questi elementi possiamo avvicinarci all’universo dei post-rockers Collapse Under The Empire, duo tedesco (Chris Burda e Martin Grimm: un duo, avete capito bene!) proveniente da Amburgo. Ad un anno dal precedente “Shoulders & Giants” i Nostri ci propongono questo “Fragments Of A Prayer”, che mantiene gli standard del suo predecessore (lasciando un po’ indietro le melodie catchy) e riesce comunque a stupire - e come potrebbe non farlo, visto che le soluzioni “instrumental” create dai due musicisti si adagiano anche stavolta su una collaudata proposta post-rock dalle leggere radici ambient.

A primo impatto durante l’ascolto è proprio questa vena atmosferica a catturare la nostra attenzione e già dall’opener nonché title-track capiamo subito che attraverso soluzioni semplici ma elegantemente amalgamate (basta sentire la semplice delicatezza della batteria a metà brano) i Nostri riescono a centrare il bersaglio. Veniamo catapultati in un altro mondo con la successiva “Breaking The Light”, che in un sussurro raccoglie l’espressività degli strumenti attraverso un azzeccato crescendo che lentamente tende a riappropriarsi della propria lentezza iniziale; il groviglio tra tastiere e chitarra svela una vena aggressiva in “Closer” (di cui è presente anche un videoclip sci-fi), rendendola una delle tracce più memorabili assieme a “Distance”. Sorprende la differenza tra due brani consecutivi come “Opening Sky”, che fa uso di un organo un po’ distorto, e “The Beyond”, che invece sfrutta l’elettronica, una sorta di atmosfera spaziale e un sognante accordo al piano.

Un lavoro non facile da interpretare quello dei C.U.T.E, che sicuramente al primo ascolto dirà ben poco; dirà forse ancora meno a chi ci si butterà senza aver alcuna intenzione di coglierne le melodie nascoste. L’abitudine dei nostri giorni è di avere a che fare con musiche già belle che impacchettate - spesso pure male - il consiglio, e perdonateci la franchezza, è quello di dare una seconda possibilità a proposte musicali meno immediate. “Fragments Of A Prayer” è l'occasione giusta.



01. Fragments Of A Prayer
02. Breaking The Light
03. In The Cold
04. 180 Seconds
05. Closer
06. Distance
07. Opening Sky
08. The Beyond
09. When The Day Fades Away
10. The Great Silence
11. Drowning (Bonus Track)

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