Dalle lontane (per noi) terre dell’Alberta provengono gli Edge Of Attack, combo canadese che, nonostante gli anni di attività alle spalle, giunge solo ora nel 2013 alla pubblicazione del debut album. Gli Edge of Attack sono un five piece eterogeneo composto da Roxanne Gordey alla voce, Jurekk Whipple alla chitarra solista, Trevor Swain alla batteria, Denver Whipple al basso e Dallas Dyck alla chitarra ritmica.
Fautori di un genere che ormai ha ben poco ancora da dire e stupire, i Nostri ci propinano un power metal basico, dalle tinte thrash guidato dalla voce della bella Roxanne (voce che, ad onor del vero, è quanto di più anonimo mi sia capitato di sentire). Il disco, composto da dieci tracce, arranca, si inceppa e, per così dire, è rotto in più punti. Per quanto i ragazzi canadesi si siano sforzati di tirare fuori il meglio della loro inventiva, quello che rimane impresso a fine ascolto sono i buoni assoli dei chitarristi, sprazzi di buon songwriting e un’irrefrenabile voglia di cambiare disco. Purtroppo “Edge Of Attack”, titolo omonimo della band, non regala quelle emozioni che ormai ci si aspetterebbe anche da alcune produzioni per così dire amatoriali.
Probabilmente penalizzati da una produzione che definire sufficiente è tanto, i ragazzi dell’Acero falliscono in quello che era il loro tentativo supremo di entrare a far parte prepotentemente del mondo musicale metal odierno. Non bastano quindi spunti piacevoli e discreti passaggi tecnici a risollevare le sorti di un album che, ahimè, già dalle prime note si intuiva dove fosse destinato a finire. Dimenticatoio.
Fautori di un genere che ormai ha ben poco ancora da dire e stupire, i Nostri ci propinano un power metal basico, dalle tinte thrash guidato dalla voce della bella Roxanne (voce che, ad onor del vero, è quanto di più anonimo mi sia capitato di sentire). Il disco, composto da dieci tracce, arranca, si inceppa e, per così dire, è rotto in più punti. Per quanto i ragazzi canadesi si siano sforzati di tirare fuori il meglio della loro inventiva, quello che rimane impresso a fine ascolto sono i buoni assoli dei chitarristi, sprazzi di buon songwriting e un’irrefrenabile voglia di cambiare disco. Purtroppo “Edge Of Attack”, titolo omonimo della band, non regala quelle emozioni che ormai ci si aspetterebbe anche da alcune produzioni per così dire amatoriali.
Probabilmente penalizzati da una produzione che definire sufficiente è tanto, i ragazzi dell’Acero falliscono in quello che era il loro tentativo supremo di entrare a far parte prepotentemente del mondo musicale metal odierno. Non bastano quindi spunti piacevoli e discreti passaggi tecnici a risollevare le sorti di un album che, ahimè, già dalle prime note si intuiva dove fosse destinato a finire. Dimenticatoio.