Lumen
Correnti

2013, Autoproduzione
New Wave

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 18/02/13

Ultimamente, intere discografie si presentano sottoforma di EP, come se non ci fosse più il coraggio di buttarsi in un’opera completa e si andasse per tentativi, alla stregua di timidi bocconi invece di una forchettata decisa di fronte ad una nuova pietanza da assaggiare, o come se l’umanità della rete 2.0 e di Spotify non fosse più in grado di sostenere l’attenzione che la durata di un intero disco richiede o – viceversa – come se il revamp feroce del vinile degli ultimi anni stesse riportando tutto a prima del 1986, quando le opere discografiche dovevano durare, per limiti fisici, meno di 50 minuti.

Non troveremo certo risposte a questi dubbi esplorando il secondo EP a firma Lumen; semmai, ciò che questo “Correnti” ci saprà dire è che la band torinese conferma che se la cava assai bene donando alla new wave ottantiana dei primi Depeche Mode un contesto moderno grazie ad arrangiamenti densamente elettronici. Badate bene: siamo lontani anni luce… anzi, anni Lumen (ah ah!) dal glamour pop e dalla patinata immagine degli Hurts che ammalia schiere di ragazzine urlanti; qui, piuttosto, la volontà è quella di rincorrere echi epici e desolanti di carattere darkwave (“Shetland”, “Eliodora”), o sconfinate aperture ambientali (“Le Onde”, “Theta W”), in un quadro intenso e comunque assai meno luminoso di quanto moniker e cover del disco lascino presagire.

L’operazione rimane comunque felice, e per quanto derivativa essa suoni, e per quanto scarsamente innovativa di fronte alla new-new wave dei giorni nostri questa musica sia, il tocco straordinario della band riesce sempre a far sì che l’attenzione dell’ascoltatore non divaghi sulla lista della spesa o sull’appuntamento dal dentista da spostare. Che su CD le cose possano suonare diversamente? Ottima domanda, speriamo di riuscire presto ad avere una risposta.  




01. Un’Estate Inclemente 
02. Shetland 
03. Eliodora 
04. Le Onde 
05. Theta W 

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