Shredding The Envelope
The Call Of The Flames

2009, Standstill And Scream Music
Thrash

...to leave the present times and materialize in the bay area of thirty years ago...
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 19/04/10

E’ un giorno come tanti altri. Esco dall’ufficio, salgo in macchina, mi dirigo verso casa e, come d’abitudine, prima di parcheggiare nel garage controllo se c’è qualcosa da ritirare nella cassetta delle lettere. Puntualmente, anche oggi qualcosa c’è. E’ un pacchetto colorato, che riporta un francobollo da 6 dollari e 65 centesimi, proveniente da Boston, Massachusetts, Stati Uniti. Apro, all’interno c’è la classica press note, un cd contenente logo, copertina, foto promozionali e, naturalmente, il disco vero e proprio: Shredding The Envelope. Incuriosito, comincio a sfogliare la brochure illustrativa incontrando, con mio grande stupore, importanti nomi della scena metal internazionale, tra cui Joe Stump (Holy Hell), Glen Drower e Chris Poland (Megadeth), George Linch (Dokken), Mike Mangini (Steve Vai, Annihilator, Extreme), tutti agli ordini di un certo David Reffett, shredder cresciuto nel Kentucky. Un sms distoglie infine la mia attenzione, appoggio il materiale sul sedile e scendo dalla vettura consapevole che l’indomani "The Call Of The Flames" avrebbe catalizzato la mia attenzione. E così è stato.


Inserire suddetto disco nel lettore ha avuto un significato preciso: abbandonare temporaneamente il presente per materializzarsi nella bay area di trent’anni fa. Brani accattivanti nei quali Dave Reffett fa sfoggio di abilità tecniche invidiabili, eseguendo scale complesse alla velocità della luce senza mai perdere il filo conduttore: è tutto? No, c’è dell’altro. David non danneggia il fattore melodico favorendo la tecnica pura; quello che si presenta come un lavoro nato per strabiliare i chitarristi elettrici non ammette imperfezioni stilistiche ma nemmeno passaggi auto-referenziali: ogni brano ha un senso logico, una melodia portante e un riff eccezionale. Le “cameo appearances”, come le chiama Dave, sono prestigiose, ma a nulla sarebbero servite senza un songwriting all’altezza. Inutile poi stare a parlare di influenze: matrici e nomi in fondo sono sempre quelli, dai Metallica agli Anthrax, dai Megadeth a Ozzy, dai Black Sabbath agli Exodus, ma Shredding The Envelope sa camminare da solo, anche senza il sostegno degli Dei.

Con una premessa di questo tipo, tutto il procede di conseguenza. Thrash & heavy senza compromessi, con una spruzzata di toni e di colori moderni per non mostrare eccessiva indulgenza negli stilemi tradizionali, una serie sbalorditiva di hit col comune denominatore ben in evidenza: la chitarra elettrica. Suoni spigolosi, perfetti, pensate che la produzione è stata affidata a tre mostri sacri quali Mudrock (Alice Cooper, Avenged Sevenfold, Godsmack) per il mixing, Jon Lammi (nominato ai Grammy Awards) per la registrazione del disco e Gorge Marino (Kiss, Metallica, Ac/Dc) che ha apportato le ultime modifiche al master finale. Insomma, Dave si è mosso come meglio non si poteva.


Il percorso è a senso unico, ma non rischierete mai di entrare nel circolo della monotonia come invece spesso accade ascoltando dischi di questo tipo; c’è così tanta carne al fuoco e così tanta qualità nella proposta di “Shredding The Envelope” che, tra una sassata e l’altra, non avrete nemmeno il tempo di respirare. L’album, e qui chiudo, mi ha fatto entrare in un circolo vizioso: ora la speranza è quella di ritrovarmi tra le mani, controllando quotidianamente la cassetta delle lettere, un altro pacchetto proveniente da chissà quale paese del globo, e contenente un disco che si attesti su questi livelli. Devastante.





01.The Call of the Flames (feat. Joe Stump)
02.Standstill and Scream (feat. Michael Angelo Batio)
03.Devils Roadmap (feat. Glen Drover & Chris Poland)
04.Caravan of Cannibals (feat. George Lynch)
05.Where Are My Real Brothers
06.Ruby Avalanche Red Flood
07.I Just Don't Want To Say Goodbye
08.The Wonder, The Curse, And the Crave
09.Shredding the Envelope (feat. Joe Stump)

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