Con quest'informazione, penso di avervi praticamente detto in quale genere si inserisce questo gruppo, giunto al debutto con "Between Life And Dreams": stiamo parlando del tanto amato/odiato filone delle band metal con voce femminile, possibilmente lirica. Più precisamente, i Deva presentano qualche venatura di progressive metal, a dire il vero molto diluita e a mio avviso pienamente godibile verso la fine, nel mini-concept costituito dai brani "Karma Pt.0", "Karma Pt.1 - 1969, Escape", "Karma Pt.2 - 1947, Open Water" e "Karma Pt.3 - 1996, In Veins". Tutte queste canzoni assieme costituiscono un tutt'uno musicalmente molto convincente, con molti rimandi ai Dream Theater: si potrebbe bonariamente tirare ad indovinare a quale album del gruppo statunitense si sia ispirato il gruppo italiano. Uno fra tutti è senz'altro "Metropolis Pt.2: Scenes From A Memory", mentre ad esempio la dolce "Fading From Here" ricorda in qualche modo la meravigliosa "Another Day", tratta da "Images And Words".
C'è un altro aspetto importante da non trascurare: la combinazione tra cantato lirico e melodie cupe e complesse, oscure come la notte, rimandano senz'altro a quello che reputo il miglior capitolo della carriera dei Nightwish, ovvero "Oceanborn". Inoltre, i sussurri di Beatrice rimandano vagamente alle atmosfere più leggere ed eteree di "Once", parlando sempre del popolare gruppo finlandese. Ed è proprio partendo da questo spunto che vorrei sottolineare il lato più debole di "Between Life And Dreams": la cantante dei Deva cerca di imitare fin troppo vistosamente Tarja Turunen, risultando a tratti pesante e poco agile, anzi, alquanto affaticata in certi acuti. Tutto questo, penalizza e non poco l'ascolto globale dei brani, per di più se si nota come in certi momenti il cantato venga quasi soffocato dagli altri strumenti, risultando poco chiaro e confuso. Che sia una scelta stilistica o frutto del mixaggio finale, questa è pur sempre una scelta infelice, a scapito della chiarezza e della limpidezza dei brani, che sono di fattura abbastanza buona.
Al gruppo non sembra mancare l'ambizione, viste le influenze sopraccitate, e sicuramente non manca la voglia di migliorarsi e di proporre della musica meno derivativa e più incisiva. E soprattutto, si vede come un personaggio carismatico come Tarja Turunen influenzi tutt'ora le giovani che si avvicinano al canto lirico, sebbene il suo licenziamento dai Nightwish sia ormai un capitolo chiuso. A volte, però, tutta questa influenza monumentale rischia seriamente di bloccare il talento e le potenzialità di una formazione, ragion per cui questo ascolto mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Ovviamente questo discorso vale anche per i Dream Theater.
Però... siete ancora convinti che Tarja Turunen sia il meglio in circolazione per quanto riguarda il canto lirico?