Woods Of Ypres
Woods 4: The Green Album

2009, Practical Art Records
Doom/Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 29/04/10

Woods 4: The Green Album” dei canadesi Woods Of Ypres è un buon disco, che sarebbe potuto essere ottimo se non fosse stato per due sue debolezze che, alla lunga e con il perdurare degli ascolti, ne minano la qualità complessiva.

Sedici pezzi, un’ora e venti circa la durata complessiva di questo lavoro, nel quale i Nostri si dedicano anima e corpo a un doom imbastardito da timbriche gothic e accelerazioni black. Sedici brani di qualità altalenante: non si arriva mai a canzoni inascoltabili sia chiaro, il pezzo più brutto è sempre comunque sulla media in termini qualitativi; vero è che se fossero stati di meno (e meglio scelti) forse tutto l’album ne avrebbe tratto beneficio. Secondo (e ultimo) punto dolente: i testi. Alcuni di essi sono di una banalità e di una piattezza veramente disarmante: scontati, ripetitivi, non ispirati, fanno trasalire chiunque mastichi un pelino d’inglese e riesca a capire al volo quello che il buon frontman David Gold vuole dirci. Di nuovo, sarebbe un errore fare di tutta l’erba un fascio, data comunque la presenza di ottimi momenti che controbilanciano il tutto.

I Woods of Ypres sono stati da molti indicati quasi come gli Agalloch canadesi: in effetti il loro esordio riportava ancora quella magica mistura di black, doom, folk e gothic tipica della band di Portland. Già nei dischi successivi la componente black viene però man mano affievolendosi sempre più, sino a arrivare a questa quarta opera della loro discografia, nella quale la “nera fiamma” è presente solo in qualche sessione ritmica e in sfumature vocaliche del cantante. In prevalenza siamo in ambito gothic/doom, è innegabile: non tarderanno a affacciarsi alla mente degli ascoltatori più affezionati a questi generi tanti gruppi che ne hanno fatto e ne fanno la fortuna. Ciò nonostante i Nostri sanno il fatto loro, sanno dove andare a parare e arrivano diritti al punto, affascinando anche per una certa componente “catchy” che di tanto in tanto si affaccia nei pezzi. Un gothic/doom comunque melodico e al tempo stesso infarcito da parti acustiche, ben direzionato da un Gold che si destreggia con disinvoltura tra parti in clean, growl e scream.

Con sedici pezzi in saccoccia è forse necessario scremare un po’ “Woods 4” per segnalarne i momenti più rappresentativi. Personalmente metto in cima alla lista dei momenti migliori l’iniziale, sfibrante “Shards Of Love”, sommessa, dolce e delicata, anche quando si fa rabbiosa nella seconda metà. Andando avanti non posso poi non suggerire “Everything I Touch Turns to Gold (Then to Coal)”, “By the Time You Read This (I Will Already be Dead)”, “I Was Buried In Mount Pleasant Cemetery” (in pratica i primi quattro brani), “Suicide Cargoload (Drag that Weight!)”, “Halves And Quarters (due delle più ferali e furiose) e “To Long-Life, in the Limbo Union”. I restanti nove pezzi navigano in linea di massima sulla sufficienza, non scendendo comunque mai troppo nel banale o nel già sentito.

Un disco da consigliare? Sì, senza dubbio. Ovvio che per mettersi all’ascolto di “Woods 4” bisogna essere ben consci dei suoi due limiti: una volta presi in considerazione quello che avrete sarà un buonissimo disco doom, piacevole e ben adatto alle giornate uggiose in cui l’apatia pare avvolgervisi intorno e non lasciarvi più. Per chi è invece più avvezzo a sonorità black, il mio consiglio è di orientarsi verso gli LP che precedono il presente lavoro, quando ancora tale radice è ancora ben presente. Ad ogni modo, comunque li si rigiri, un gruppo interessantissimo che si merita un po’ del vostro tempo.



01. Shards of Love
02. Everything I Touch Turns to Gold (Then to Coal)
03. By the Time You Read This (I Will Already be Dead)
04. I Was Buried in Mount Pleasant Cemetery
05. Dirty Window of Opportunity: Can You Get Here In Ten Days?
06. …And I Am Pining (For You)
07. Wet Leather
08. Suicide Cargoload (Drag that Weight!)
09. Halves and Quarters
10. You Are Here With Me (In This Sequence of Dreams)
11. Retrosleep In the Morning Calm
12. Don’t Open The Wounds/Skywide Armspread
13. Natural Technologies
14. Mirror Reflection & The Hammer Reinvention
15. To LongLife, in the Limbo Union
16. Move On! (The Woman Will Always Leave the Man)

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