Mallory Switch
Mallory

2010, GB Sound
Rock/Elettronica

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 15/05/10

La signorina Mallory è un androide dalla movenze fredde e calcolate. La donna meccanica. Perfetta ed inquietante. Labbra rosso fuoco modellate su un viso pallido, lucente e privo di espressione, gambe slanciate, maliziosa tutina nera in latex. È la promoter ufficiale di un “rock elettromeccanico per orecchie e menti raffinate ed inquiete”. Questo è quello che dicono, perlomeno. “Mallory” è anche il titolo del primo full length targato Mallory Switch, trio torinese che negli ultimi anni ha saputo imporsi all'attenzione della critica, pubblicando parecchi dischi, tra singoli ed EP, grazie all'attività della propria etichetta indipendente, nonché conquistando diversi premi e riconoscimenti a livello nazionale ed aprendo gli show di artisti del calibro Velvet, Piero Pelù e Rezophonic.

Quella del cyborg, come forse avrete già avuto modo di intuire, è un'immagine intrigante ed austera quanto la musica della quali i Nostri si fanno portavoce. Finalmente anche l'Italia, dopo i successi dei Kirlian Camera, torna a far sentire la propria voce nel panorama internazionale dell'elettronica al femminile! Certo, ma vogliamo volgere lo sguardo al rovescio della medaglia, per par condicio? Un curriculum di tutto rispetto non è sistematica garanzia di credibilità. Un'immagine sofisticata e lontanamente dark, se si vuole attirare l'attenzione degli ascoltatori più esigenti, non basta. E dichiarare di “volere catturare e racchiudere in un cofanetto prezioso un periodo di coscienziosa maturità personale e di crescita artistica volendo lanciare, nel nostro piccolo, anche un messaggio che da sempre accompagna la nostra vita quotidiana e cioè il rispetto, l'amore e la salvaguardia della natura” non serve proprio a nulla, quando si decide di non lasciare trapelare la minima traccia di emozione da un album che suona incredibilmente meccanico e freddo...

Attenzione però: questi aspetti non devono necessariamente essere percepiti in maniera negativa, soprattutto nei casi in cui in un disco si comincia a cercare qualcosa che non sia un testo poetico, una melodia piena di pathos o una voce capace di far vibrare le corde dell'anima. I Mallory Switch, in fondo in fondo, vogliono soltanto impastare sonorità rock ed elettroniche... e lo fanno con una classe non indifferente, accidenti! Citano i Garbage, quando la voce di Audrey Lynch cerca un ritornello più arioso ed easy-listening, oppure strizzano l'occhio a Marilyn Manson e Dopestars Inc. nei momenti più cupi, svelando tendenze industriali. Una produzione di prim'ordine sottolinea adeguatamente l'impasto musicale dei Nostri, mettendo in risalto l'operato di un onnipresente sintetizzatore, di uno straniante basso e di una chitarra che interviene solamente per enfatizzare i passaggi più importanti, senza mai risultare invadente. Nella seconda metà del cd, inoltre, si insinuano contaminazioni di diverso genere: “No Evil” potrebbe tranquillamente essere un brano di Goldfrapp riletto in chiave dark rock, mentre nell'anthemica “The Last Man On Earth” si possono addirittura ascoltare i rintocchi di un triste pianoforte accostati alle parole del rapper newyorkese Beans.

Ora tocca a voi fare la vostra scelta: volete vedere un bicchiere mezzo pieno o un bicchiere mezzo vuoto? Quel che al momento possiamo dirvi per certo è che questo “Mallory” non è affatto un disco facile ed accomodante, ma un'opera ambigua e trasversale, e che i Nostri, se continueranno a lavorare in questo modo, torneranno molto presto a far parlare di sé. In termini estremamente più lusinghieri di quelli adoperati in questa recensione.



01. Business Television
02. You Made Me Shitlist
03. Dirt
04. The Last Man On Earth (feat. Beans)
05. No Evil
06. Brand New World
07. Flow
08. Evolution Machine
09. Mumbling My Time
10. Mother Earth

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