In Silentio Noctis
Through Fragments Of Christianity

2010, My Kingdom Music
Gothic

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 22/05/10

Dalla Finlandia con garbato furore…


No, non si tratta di un ossimoro ad effetto. Gli In Silentio Noctis viaggiano verso una meta già ambita da diverse formazioni, ma mai pienamente raggiunta, o perlomeno non con questi risultati. La salernitana My Kingdom Music dà alle stampe il primo esempio di black metal sinfonico veramente meritevole da parecchio tempo a questa parte. Non si tratta certo di un’opera priva di difetti, questo sia chiaro, ma il risultato è di quelli che meritano d’essere premiati ed ascoltati. "Through Fragments Of Christianity" mescola sapientemente un black à la Dimmu Borgir a linee vocali d'impostazione semi-lirica più vicine al gothic metal del Within Temptation e, sebbene le basi orchestrali sappiano di artefatto nei movimenti d’archi, il disco non ne soffre affatto. Un pianoforte accompagna la voce delicata di Armi Päivinen poggiando con noncuranza su violentissime linee ritmiche... E la magia si compie.


"Blood Of The Sacred" apre il disco, ma non rivela pressoché nulla di ciò che ci attende dietro l’angolo. Quella dell’intro orchestrale è ormai una mania inarrestabile che sfortunatamente miete vittime su ogni disco che abbia un minimo di pretesa sinfonica. Peccato constatare puntualmente la mancanza di compositori capaci di regalare un’apertura degna dei grandi maestri. Anche questa intro non fa eccezione; "Blood Of The Sacred" serve soltanto a darvi il tempo di trovare una sistemazione, ad offrirvi un aperitivo prima di dare inizio all'ascolto del disco. È invece la seducente "Libre Satanas" ad aprire le danze. Doppia cassa come se piovesse, sotto un labirinto d’archi, piano e vocalizzi. Come assistere alla morte del cigno sotto un violento temporale. Niente male come inizio. Con qualche chitarra in più "From Beyond" avrebbe potuto essere un pregevole intermezzo black metal. La scelta è invece quella di mantenersi su toni alternati e contrappunti barocchi; piacevole ed efficace nel catturare definitivamente l’attenzione. "Divinity" è francamente una nota dolente, inutilmente serrata, non lascia posto all’armonia. "Advocatus Diaboli" è ben concepita e ben suonata, nonostante non aggiunga né tolga nulla all’economia del disco. Lo stesso si potrebbe dire di "Funereal Verses", ma i riff di chitarra si fanno risconoscere e distinguere per la loro magniloquenza. Fa sorridere il concept di "Portrait Of A Devil". Il diavolo non è cosi brutto come lo si dipinge, ma forse neppure tanto bello come lo si canta. La voce di Armi trova sulle note finali degli appoggi sulle tastiere, che potrebbero convincere chiunque del fatto che la cattiva fama del maligno, tutto sommato, è soltanto il frutto di una cattiva pubblicità. "...Blood Of The Damned" fa il pari con l’intro, non soltanto nel titolo, ma anche nella sua scarsa utilità. "Cursed" e "Sinner's Lament" lasciano forse un po’ a desiderare, ma "Signum Crucis" chiude il disco in bellezza. Racchiudendo in sé la pienezza dell’opera, il pezzo riassume sensazioni, immagini e tematiche.


Nel complesso un prodotto decisamente valido. Se mai i nostri dovessero liberarsi delle inutili orchestrazioni iniziali e, perché no, dell’orribile mano del chitarrista che ha partorito un artwork da incubo (e no, non si tratta di un complimento), probabilmente potrebbero fare un bel salto di qualità. Per il momento siamo di fronte ad un ottimo esordio.





01. Blood Of The Sacred...
02. Libre Satanas
03. From Beyond
04. Divinity
05. Advocatus Diaboli
06. Funereal Verses
07. Addiction
08. Portrait Of A Devil
09. ...Blood Of The Damned
10. Cursed
11. Sinner's Lament
12. Signum Crucis

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