Solar Powered People
Living Trough The Low

2009, Three Ring Records
Post Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 05/06/10

I Solar Powered People sono un quartetto californiano dedito ad un rock estremamente alternativo che in più di un’occasione vira verso placidi lidi contemplativi dal carattere shoegaze. In effetti, basta poco per arrivare a questa definizione: osseravate con un minimo di attenzione lo splendido artwork che corona il secondo lavoro in studio della band, uscito l’anno scorso nella natia America ma diffuso soltanto oggi nel nostro territorio grazie alla sapiente mano della distribuzione Audioglobe.

L'ascolto di questo “Living Trough The Low” inizialmente potrebbe risultare spiazzante: le prime due tracce, più che avvicinarsi al post rock, sembrano strizzare l'occhio post grunge, proponendo un mood alternativo di stampo americano che in più di un’occasione riporta alla mente gli Smashing Pumpkins degli esordi. Tuttavia, già con la ballad “Stars Don’t Complain” le atmosfere si fanno più distese (non più interessanti, purtroppo) ed è con il break strumentale di “Docile” che le carte in tavola vengono cambiate e che la band comincia finalmente a giocare i propri assi. Il primo singolo “Wash Out” svela interessanti e stimolanti tratti sigurrósiani nella musica dei Nostri (ascoltate il pianoforte e lo xilofono), mentre su “You Were Right”, un pezzo estremamente umorale, chitarre elettriche dilatate e distorte fanno il bello ed il cattivo tempo, un tumulto che continua con “Counting Down Days”. Purtroppo, la chiusura è manieristica e non conserva i guizzi del corpo centrale dell’album; ciò non toglie che ci troviamo di fronte ad un lavoro di sicuro fascino ed impatto.

Prima di lasciarvi all’esplorazione del MySpace di questi ragazzi, permettetemi azzardare un paio di suggerimenti che, nel caso in cui la band decidesse di coglierli, potrebbero portare al parto di un piccolo capolavoro. Innanzitutto, la produzione a cura di Matt McCord (Dolce, Deftones e Team Sleep) è funzionale al lavoro; allo stesso modo è chiaro che, con piccoli inserti orchestrali a supporto delle tastiere, il pathos del gruppo aumenterebbe a dismisura e con esso la qualità generale del quadro sonoro. In secondo luogo, la voce di Tony Pennington necessiterebbe di una migliore calibratura e di maggiore ariosità, per poter carezzare più sottilmente le corde dell’animo dell’ascoltatore. Per il momento l’intonazione pare eccessivamente monocorde, anche se non per questo sgradevole. Detto questo, ci troviamo senza ombra di dubbio di fronte ad un lavoro che merita di essere saggiato, specialmente da coloro che amano il rock atmosferico ed i paesaggi dipinti attraverso elettriche distorsioni.

Anche se la California non è sicuramente l’Islanda…



01. Melting Ice And Snow
02. Dark Disguise
03. Stars Don’t Complain
04. Docile
05. Wash Out
06. You Were Right
07. Counting Down Days
08. Submarine
09. Out Of Time

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