H-George
Slave Of Society

2010, Autoproduzione
Thrash

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 07/06/10

Alcoholic thrash metal! Questo il modo in cui gli H-George si autodefiniscono. Più che sufficiente per accendere fin da subito una gran voglia di farsi due risate. Come prendere sul serio una simile proposta? Semplice, infilando il cd nel lettore e mettendo da parte facili preconcetti! D’altro canto a farci accostare al primo full di George e compagni con una certa curiosità c’è anche un nome d’eccezione che appare come autore di mixaggio e masterizzazione, un certo Jeff Waters, meglio noto come Mr. Annihilator. Non rimane quindi che far partire la musica ed incrociare le dita...

"Slave Of Society" si apre con una traccia assolutamente da manuale. Il lavoro di ritmica è degno di nota, forse un po’ intrappolato in una struttura senza molte vie d’uscita ma comunque incisivo. La prima impressione più che agli Annihilator fa pensare alle prime fatiche di band quali Megadeth o Testament, i primi nelle linee vocali e i secondi nella costruzione dei riff. Le note d’inizio di "Xtc" sono sfacciatamente prese in prestito dai solchi di quel "Rust In Peace" che fece la fortuna di Dave Mustaine. Un brano cadenzato che stringe le distanze tra le ritmiche mano a mano che si avvicina alla conclusione, buono ma decisamente troppo derivato. Riesce meglio "Terrorism", che per valore aggiunto cerca soluzioni di chitarra decisamente più moderni di quelli sentiti nei primi due pezzi. Reggendosi su un’esecuzione veramente al fulmicotone, il pezzo ci porta fino al thrash di gran classe degl’ultimi Exodus senza però dimenticare l’immediatezza della vecchia scuola. Se "Dirty Money" e "Euthanasia" non funzionano completamente, come un’auto da corsa che a tratti divora la strada ed a tratti sembra perdere qualche colpo, "(in)Sanity Homicide" ritrova invece quell’alchimia comunque ruvida ma assolutamente efficace che riesce a far seguire i ritornelli a denti stretti. Seppur molto vari i temi trattati da "Slave Of Society" sono tutti legati alla dissoluzione sociale e a tratti il disco riesce perfettamente a far sentire tutta la rabbia e la frustrazione del caso. La denuncia di una sanità malata o l’orrore insensato della pena di morte vengono cosi tradotte in musica come forse solo questo genere sa fare. In questo il disco funziona veramente bene. L’apice in tal senso viene raggiunto in "Earthquake": i colpi di batteria e i giri di chitarra avanzano facendo tremare la terra e segando in due ogni sogno o speranza. La disperazione e gli orrori che hanno colpito l’Abruzzo sembrano riecheggiare tra le note, un momento terribile ma eccezionale di questo full. Altro momento d’eccezione la titletrack, senza alcun dubbio l’episodio più stimolante dal punto di vista delle composizioni.

Cavalcate, contrappunti e controtempi sono il marchio di fabbrica di un thrash di origine controllata che viene servito da questi ragazzi del Monferrato. Unico limite dei nostri è forse un legame un filo troppo forte con le origini del genere ed una voce non sempre all’altezza, che avrebbe soltanto bisogno di un po’ di formazione. Bello sapere che quelle terre nostrane non producono soltanto ottimo vino (alcoholic thrash metal), ma anche musica dannatamente buona!



01. Run Or You're Dead
02. Xtc
03. Terrorism
04. Dirty Money
05. Euthanasia
06. (in)Sanity Homicide
07. Death Penalty
08. Earthquake
09. Globalization
10. Neurotic
11. Slave Of Society
12. Kill Your Son
13. Hate

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