Korn
III - Remember Who You Are

2010, Roadrunner Records
Nu Metal

Un tentativo di ritorno alle origini alquanto insipido
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 11/07/10

In medicina si direbbe patognomonico, cioè riconoscere una determinata patologia da alcuni sintomi univocamente legati ad essa. Ebbene quando dai alla luce un disco intitolato “III – Remember Who You Are”, ricominci a indossare la felpa dell'Adidas (quasi uno status che un semplice indumento), ritorni a lavorare col vecchio produttore degli esordi, quando dichiari che col presente lavoro vuoi ricordare chi sei e da dove vieni, la “malattia” è abbastanza chiara e diagnosticata, per l'appunto patognomonica.

L'esperienza porta sempre più a non curarsi delle dichiarazioni dei musicisti e del battage pubblicitario attorno, specialmente quando vengono pronosticati fantomatici ritorni al passato, al sound originario, a fare il punto della situazione, si sente già lontano un miglio puzza di bruciato. Purtroppo (per loro) i Korn ci cascano con tutti i calzoni, dimostrando con questo nono album di non avere più niente da dire, cavalcando, come quasi sempre in questi casi, l'onda del sentimento e del ricordo a quando non si aveva nulla e si suonava con passione e idee vincenti.

Dunque una grandissima operazione amarcord, solamente che in “III – Remember Who You Are” non ci troviamo nella Rimini degli anni trenta, ma nelle periferie delle megalopoli californiane, con il solito snocciolarsi di cliché: paesaggi industriali desertici, gioventù traviate, baby gang, disagio sociale, ecc... Anche la copertina richiama a un certo macabro gusto che abbiamo già riscontrato nel debutto (folgorante) dei nostri, nel lontano 1994. Entrando maggiormente nel merito dell'album, bisogna dire senza mezzi termini che abbiamo tra le mani un disco abbastanza deficitario, una sorta di mixing dei Korn che furono, senza però l'espressività e l'ispirazione di un tempo.

Risulta abbastanza facile sin dal primo ascolto associare particolari riff o cambi di tempo a un determinato brano della nutrita discografia dei nostri, magari rallentato, camuffato in qualche modo, giusto una spruzzatina di fumo negli occhi a qualche fan invasato, ma troppo poco per schivare un'analisi più attenta. Già dal singolo apripista, ovvero il brano “jolly” con cui attirare l'attenzione, “Oildale (Leave Me Alone)”, si intravedono le pecche di tutto il lavoro. Le solite cadenze marchio di fabbrica, la classica forma canzone che i Korn ripetono da non so quanti anni, i tipici ritornelli melodici, e via discorrendo... Il tutto senza spessore, senza quella cattiveria, magari posticcia, che però ha conquistato milioni e milioni di adolescenti (sottoscritto incluso), dimostrando nemmeno troppa convinzione. Si sente la mancanza di una seconda chitarra forte (Head), capace di creare il muro sonoro dei Korn d'annata e si sente la mancanza di un batterista dallo stile unico come Silveria. Curioso il fatto che potremmo dire lo stesso del disco solista di Head, deficitario della voce di Davis, del basso di Fieldy ecc... Anche quest'ultimo recentemente rinsavito e convertito alla fede Cristiana; non sia mai questo un motivo per una possibile reunion con l'altra chitarra storica Head (uscito dalla band per darsi alla religione e alla vita sana)?

“III – Remember Who You Are “ suona come se i Korn avessero inserito il pilota automatico a una macchina già ben rodata e lasciata arrivare alla fine senza toccare o sconvolgere nulla, tanto i tour seguiranno ugualmente e i fan ci saranno sempre. In sostanza un lavoro che verrà presto dimenticato, a meno che non siate dei feticisti della band o nuovi ascoltatori interessati alla proposta.



01. Oildale (Leave Me Alone)

02. Pop A Pill

03. Fear Is A Place To Live

04. Move On

05. Lead The Parade

06. Let The Guilt Go

07. The Past

08. Never Around

09. Are You Ready To Live?

10. Holding All These Lies

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