Negura Bunget
Om

2006, Code666
Black Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 29/03/09

Splendida. Non ci sono altri aggettivi per descrivere la nuova opera dei rumeni Negurã Bunget. Quattro anni di attesa per dare alla luce il seguito del grandioso e controverso 'N Crugu Bradului, per stupire ancora l'audience con lo stile inconfondibile della band di Timisoara, spostando oltre i confini della sperimentazione, senza perdere di vista le radici primordiali del black metal.

Alla faccia di chi ostenta a tutti i costi la propria attitudine con atteggiamenti a dir poco deprecabili, per esternare grottescamente qualcosa che dovrebbe ardere unicamente nel profondo dell'anima, i Negurã Bunget elevano, con Om, il significato più puro del black metal. Un significato che trova nella ricerca della spiritualità il vero motivo d'essere, l'unico fine a cui tutto deve necessariamente tendere. Un moto di elevazione spirituale che parte dal basso, dalla nuda terra, per giungere alla sfera celeste. Sono proprio i Negurã Bunget a indicare il concept che permea il disco, a cominciare dalla scelta di un titolo, Om, che a discapito della propria brevità, racchiude un universo vastissimo e multiforme, teatro del percorso che chi si appresta ad ascoltare questo disco si troverà a compiere.

Il black metal, più di qualsiasi altra manifestazione artistica, vive in relazione alle sensazioni che infonde. La musica è solo un mezzo per far arrivare alla sensibilità di ognuno di noi il concetto primigenio che anima questo genere. I Negurã Bunget lo sanno bene, mostrando ancora una volta quanto sia duttile questa materia. Abili artigiani che plasmano a proprio piacimento il suono di questa purificazione, prendendoci per mano e accompagnandoci in questo cammino catartico, ricordando la nostra estrazione terrena attraverso rumori bucolici, antichi strumenti a fiato, percussioni, flauti, xilofoni, rintocchi di campane e melodie folk, e indicandoci la destinazione ultraterrena con atmosfere oniriche cupe, impenetrabili, e squarci ambient a dir poco solenni.

La classica furia black metal affiora impetuosa in questo affascinante affresco, ovviamente, perfettamente controllata dai Negurã Bunget e fatta esplodere nei momenti giusti. Il pathos è tale che non fa molta differenza ascoltare un brano completamente privo di musica come l'opener Ceasuri Rele, retta unicamente da rumori e urla strazianti, e monumenti sonori come Tesarul de Lumini, un brano di un'intensità emotiva imbarazzante che cresce minuto dopo minuto sino alla rivelazione mistica finale. La grandezza di Om sta appunto in questo, passare dall'introspezione di Primul Om, alla teatralità del chorus di Cunoaºterea Tãcutã (con un Hupogrammos Disciple's, alla voce, da pelle d'oca), due momenti assai differenti, senza smarrire quell'unicum straordinario che, come un filo di Arianna, ci guida nella comprensione del disco. Tra i ritmi tribali di Înarborat, le divagazioni strumentali di Dedesuptul, di De Piatrã, passando per i toni marziali di Norilor si è letteralmente rapiti dallo stile indefinibile dei Negurã Bunget, sperimentatori sui generis, musicisti con il cuore ben radicato nelle proprie tradizioni e con lo spirito teso all'infinito. Manca poco per completare l'opera... I dieci minuti di Cel Din Urmã Vis e la suggestiva ballata folk Hora Soarelui sono pura delizia, lasciando all'outro Al Doilea Om la conclusione di questo viaggio musicale/spirituale.

Om non è un disco per tutti, deve essere ascoltato con la massima predisposizione e apertura mentale possibile. Solo così si potranno cogliere le innumerevoli sfumature che i Negurã Bunget hanno partorito. Le parole non riescono a rendere giustizia. Celestiale, visionario, profondo. Il capolavoro è compiuto.



01. Ceasuri Rele

02. Tesarul de Lumini

03. Primul Om

04. Cunoaºterea Tãcutã

05. Înarborat

06. Dedesuptul

07. Norilor

08. De Piatrã

09. Cel Din Urmã Vis

10. Hora Soarelui

11. Al Doilea Om

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