Temple Of Pain
Lord Of The Undead Knights

2010, Black Widow
Doom

Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 26/06/10

Tenebra, tuoni, sporadici fulmini che abbagliano pesanti nubi, ombre che incedono lente ma decise  nell’oscurità. Cavalieri dall’oltretomba tornano a marciare inesorabili, lasciando dietro di sé solo soffocante polvere sulfurea. Alla testa dell’esercito di non-morti vi è una conoscenza di vecchia data, una garanzia del doom nostrano, ossia Fabio “Thunder” Bellan il quale, lasciati per un attimo i suoi Thunderstorm a riposare nel sepolcro, si presenta sul campo di battaglia con i Temple Of Pain.

Ciò che ne consegue è questo “Lord Of The Undead Knights”, disco che trasuda puro ed oscuro doom, in più occasioni avvolto da una forte ed evocativa aura epica. Come ci si aspetterebbe dal signore dei non-morti, la tetra spedizione inizia richiamando dalle proprie alcove subterranee i defunti cavalieri, ed ecco che campane a morto ed un funereo incedere di chitarre e batteria adempiono a questo compito in “Rise From The Grave (Resurrection)”, intro che si fonde con la title track, possente brano caratterizzato da una grande atmosfera imperiosa e marziale ed impreziosita da un ottimo assolo di chitarra, opera di Davide Gherardi (ex FolkStone, Los Pirates). La successiva “When Death Loses Control” presenta atmosfere ancor più cupe e pesanti, la lentezza lacerante e soffocante dell’insieme offre un eccellente tappeto sonoro su cui “Thunder” può sfoggiare un’ottima, teatrale prestazione vocale. La schiera dei cavalieri non-morti non si arresta, e ci porta sino a “Witchmaster”, l’episodio più “movimentato” dell’intero cd, dove si notano maggiormente le influenze dei Sabbath e Candlemass più heavy e classici, il che si traduce in un ritmo più “veloce” rispetto al resto dell’album (stiamo pur sempre parlando di doom, la velocità in questi casi è un aspetto molto relativo). Arriviamo quindi ad “Insomnia”, degna conclusione granitica di quest’epica ed apocalittica avventura sonora. L’esercito dei cavalieri dell’oltretomba è giunto alla meta finale, ha accerchiato il nemico e si appresta ad annichilirlo: il pulsare del cuore (di una delle vittime?) riecheggia negli ultimi secondi prima del termine del disco, segno che, molto probabilmente, vi sarà un seguito a questo “Lord Of The Undead Knights”.

In definitiva, un ottimo esordio per i Temple Of Pain: sia chiaro, non c’è nulla di nuovo sotto il sole oscuro del doom, ma tutto è scritto, composto ed eseguito ottimamente, senza alcun difetto rilevante. La prestazione vocale di Fabio “Thunder” è granitica, teatrale e drammatica, convincente in ogni aspetto ed in ogni sulfureo minuto dell’album. Doomster accaniti e semplici estimatori del genere saranno assolutamente gratificati ed appagati dall’avventura sonora del signore dei cavalieri non-morti.



01. Rise From The Grave (Resurrection)
02. Lord Of The Undead Knights
03. When Death Loses Control
04. Witchmaster
05. Insomnia

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