Laments Of Silence
Restart Your Mind

2010, My Kingdom Music
Death Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 27/06/10

Se la sono presa comoda gli spagnoli Laments Of Silence per pubblicare il loro secondo disco: il qui presente “Restart Your Mind” arriva infatti dopo otto anni dal debutto. In tutto questo tempo ne sono successe di cose, e anche lo stile del gruppo ha acquisito maggiore definizione. Se prima si poteva parlare di gothic, adesso è forse più appropriato catalogare i Nostri come death metal. A dirla tutta loro parlano di sé come “avantgarde death metal band”, ma di avanguardia qui a essere onesti c’è ben poco.

Non che la loro proposta sia da scartare, tutt’altro. Avvinghiati mani e piedi al death melodico dei Dark Tranquillity, questi ragazzi non disdegnano di inserire spesso e volentieri voci pulite a duettare con i growl, soprattutto durante i ritornelli, veramente molto orecchiabili e tutto sommato ben fatti. Le onnipresenti (ma mai invasive) tastiere hanno mantenuto un ottimo piglio gothic che a più riprese mi ha fatto pensare addirittura ai Moonspell, mentre certe ripartenze o certi giri più epici hanno richiamato alla mia mente gli Amorphis. C’è un po’ di tutto quindi, gli iberici non inventano certo nulla di nuovo ma si confermano più che onesti artigiani melodic death metal.

Di nove pezzi sono veramente pochi quelli che, per un motivo o per un altro, non si stampano in testa: merito indubbio degli azzeccati chorus e delle parti atmosferiche affidate alle tastiere. I fan della prima ora del death bolleranno tutta questa ricerca della melodia e dell’orecchiabilità come una pecca dell’album, ma per come la vedo io “Restart Your Mind” non è affatto un lavoro pacchiano o riuscito male. Certo latita di originalità, ma c’è veramente molto di peggio in giro, per cui non mi sento di bocciare questi ragazzi.

I Laments Of Silence puntano, come detto, molto sul connubio potenza - melodia. La titletrack è l’esempio lampante di come vogliono suonare, e anche se alla fine della fiera non è il brano meglio riuscito di tutto il lotto si dimostra un utile pezzo d’apertura. I momenti migliori vanno individuati invece in “Paper Dolls”, “Doomed”, “Solitude” e “Holy Faces”, ma il resto scorre comunque molto bene, affidandosi come detto molto spesso ai ritornelli per ricatturare l’attenzione dell’ascoltatore.
Il grosso problema della band è la sua mancanza di originalità. Pur buttando dentro tante idee alla lunga ci si rende conto di come le strutture usate dai Nostri tendano a somigliarsi troppo le une con le altre: alle volte pare addirittura di risentire le stesse partiture di tastiera o dei ritornelli già utilizzati in precedenza.

Eppure come detto non mi sento di bocciare questo “Restart Your Mind”. Anzi, lo vedo molto bene sia come un primo ascolto per chi si avvicina per la prima volta al death metal melodico (in questo caso funge da utile apripista, a patto che poi si passi a “robe” più serie!) sia come ascolto disimpegnato per chi di questo genere ormai conosce molto e cerca per un attimo qualcosa di meno ostico ma non per questo meno soddisfacente. Spero solo che i Laments Of Silence non ci mettano altri otto anni per dare alla luce il loro terzo LP: se così fosse (e se riproponessero ancora questo genere di musica) arriverebbero ormai irrimediabilmente troppo tardi, e probabilmente non se li filerebbe più nessuno.





01. Restart Your Mind
02. Sentenced
03. Paper Dolls
04. Homeless On The World Of Solus
05. Doomed
06. Scream In The Darkness
07. Solitude
08. Within My Dreams
09. Holy Faces

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool