Edenbridge
Solitaire

2010, Napalm Records
Symphonic Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 04/07/10

Dopo anni ed anni passati a rincorrere il successo planetario dei Nightwish, componendo una sfilza di album derivativi e di dubbia ispirazione, gli Edenbridge hanno finalmente fatto il colpaccio! ...e chi se lo sarebbe mai aspettato? Ebbene, dimenticate il pasticciato power metal sinfonico dei dischi precedenti: la creatura di Lanvall, dopo gli innumerevoli fallimenti, ha finalmente spiccato il volo verso un sound robusto, conciso ed accattivante, che pesca a piene mani tanto dalla tradizione heavy quanto da quella symphonic, a discapito della marcata componente progressive che aveva caratterizzato i primi full length. È proprio il caso di dirlo: l'aver abbandonato (o cambiato, come preferite) i propri punti di riferimento è stata senza ombra di dubbio la mossa più azzeccata di una carriera che sembrava ormai andare alla deriva. Inoltre, vuoi per l'alta qualità del mixing (affidato a Karl Groom dei Treshold), vuoi per il prezioso apporto di una cantante del calibro di Sabine Edelsbacher, che per colpa di un songwriting prevedibile ed inflazionato non era ancora riuscita ad esprimersi ai suoi massimi livelli, “Solitaire” si configura sin da ora come il miglior disco finora realizzato dal quartetto austriaco. Insomma, l'intera operazione è caratterizzata da un sentore di professionalità al quale gli Edenbridge non ci avevano certo abituati negli ultimi anni, tanto che le uniche cose che ci permettono di stabilire un collegamento con il loro inglorioso passato sono la copertina dell'album, invero piuttosto scadente, e le pacchiane foto promozionali che ritraggono Lanvall e compagni avvolti da un'atmosfera simil-new age e da lontano sembrano urlare “photoshop disaster!”.

Ironia a parte, constatare un miglioramento netto e prepotente come quello degli Edenbridge è più che doveroso per chi vi scrive. Il cd parte benissimo con l'intro sinfonica “Entrée Unique”, che come da copione sfocia in un'opener, la titletrack, che senza pensarci troppo inizia a premere sull'acceleratore, ricordando i momenti migliori degli ultimi Epica; chitarre ribassate, orchestrazioni impetuose, assoli al fulmicotone e linee vocali snelle cesellano uno dei migliori episodi del platter. Se “Higher”, con le sue vaghe tentazioni gothic, rappresenta il momento più easy listening (ma non per questo inutile) di “Solitaire”, le sorprese non tarderanno ad arrivare. Il folk metal di “Skyline's End”, quasi un tributo a Loreena McKennitt, non passa affatto inosservato, così come gli inaspettati ma brillanti arrangiamenti elettronici di “Come Undone” e “Out Of This World” (quest'ultima è l'ideale incontro tra il synthpop ed il metal più barocco, fregiato da un bellissimo assolo di Lanvall e da un'ottima performance di Sabine). Pollice in alto anche per la variegata e trascinante “A Virtual Dream?”, un assalto frontale dalle reminiscenze thrash in cui la batteria di Max Pointner fa la parte del leone. Certo, le forzature e i passaggi a vuoto (“Bon Voyage Vagabond”, “Further Afield”, “Brothers On Diamir”) non mancano e a lungo andare potrebbero anche rischiare di compromettere la godibilità generale dell'album. Ciononostante i punti di forza di “Solitaire” sono solidi, numerosi e sapranno sicuramente rendere l'ascoltatore partecipe delle rinnovate ed impeccabili capacità compositive dei Nostri.

Non dobbiamo dimenticarci degli scempi del passato, né del fatto che vi siano voluti ben dieci anni per tagliare l'ambito traguardo, ma se gli Edenbridge hanno finalmente coronato il loro sogno, ritagliandosi uno spazio personale e luminoso nel panorama metal internazionale, non possiamo fare altro che prenderne atto e complimentarci con loro.



01. Entrée Unique
02. Solitaire
03. Higher
04. Skyline's End
05. Bon Voyage Vagabond
06. Come Undone
07. Out Of This World
08. Further Afield
09. A Virtual Dream?
10. Brothers On Diamir
11. Exit Unique

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