Mellowtoy
Pure Sins

2010, Bagana Records
Metalcore

Recensione di - Pubblicata in data: 21/07/10

I Mellowtoy non sono un gruppo nato dal niente né tantomeno una band che si nasconde dietro i baracconi modaioli con la targa "leccaculo". I ragazzi amano la musica e si sbattono per poterla suonare in giro per tutta l'Europa. Europa sì, Italia forse, nazione, la nostra, che di gratificazioni ne ha date poche, poveri Mellowtoy, ma che nonostante tutto li ha portati a fare spallucce proseguendo un cammino lungo anni, tra gavetta e frustrazioni.

I ragazzi sono cambiati, non solo nella line-up, ma anche musicalmente. Lasciate le frattaglie putrefatte e mai ben odoranti del nu metal, i Nostri virano in modo evidente verso un metalcore dal forte impatto live. "The Antagonist" é la canzone d'apertura che molti gruppi hardcore vorrebbero come apripista dei loro concerti, brutale nel suo assalto metallico, vicino, come del resto in molte delle canzoni presenti in "Pure Sins", alla band di Jamey Jasta (Hatebreed). Non si dimenticano dei trascorsi crossover come in "Bodywork", si evidenziano ancora più pesantemente gli amori dal sapore anni ottanta, dopo la cover dei Duran Duran "Save A Prayer", "Lullaby" dei Cure prosegue la tradizione, ben reinterpretata e rinvigorita.

"Pure Sins" è un disco che non ha la presunzione di riscrivere la storia del rock ma, rimanendo volontariamente con un profilo basso, riesce a stabilizzarsi su buoni livelli di scrittura dei pezzi, senza eccessi né cali d'attenzione, senza pesanti discese nel mediocre. "Killer" è uno dei brani che maggiormente si avvicina a un certo livello radio friendly, pur non essendo tipicamente un amor mercenario, grintosa e accattivante, perfetta per assestare un dritto da K.O. senza possibilità di ripresa. Da segnalare anche il notevole passo in avanti della produzione, "Pure Sins" è un prodotto esportabilissimo che non sfigura comparato ad album di moltissimi nomi altisonanti stranieri, affiancato a una presenza live più che dignitosa potrebbe fargli spiccare il volo. All'altezza della situazione gli ospiti presenti (Daray Brzozowski, Alessandro Ranzani e Fedi rispettivamente in forze con Dimmu Borgir, Movida e Cataract) ma, da un gruppo abituato a dividere il palco con gente del calibro di Fear Factory e Alter Bridge, non ci si può aspettar di meno.

Che piaccia o meno, i Mellowtoy hanno le carte in regola per speronare le superstar Linea 77, verdetto inderogabile posticipato ai prossimi live estivi in giro per tutta la penisola.



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