The Mission: la loro storia ha inizio nel lontano 1985, quando Wayne Hussey e Craig Adams abbandonano le fila di una delle formazioni gothic rock più in voga del momento, gli indiscussi signori delle tenebre The Sisters Of Mercy. Il successo della nuova creatura viene consacrato dall'album “Children”, che porta i Nostri al vertice delle classifiche di vendita britanniche dopo soli tre anni di attività. Eppure, nonostante l'immutato calore dei fan ed i milioni di copie vendute in tutto il mondo, non si può certo dire che la carriera dei The Mission abbia sempre avuto il vento in poppa: numerose sono state le dipartite, i flop commerciali, le cosiddette “pause di riflessione”, l'ultima di una lunga serie in seguito alla pubblicazione di “AurA” (2001)... Dopo un silenzio che li ha tenuti lontani dalle scene per ben sei anni, Hussey e soci risorgono dalle proprie ceneri nel 2007, pubblicando il tanto atteso “God Is A Bullet”, un album che segna un quasi definitivo allontanamento dal movimento gotico, lasciando intravedere, piuttosto, qualche strizzata d'occhio al pop rock portato alla ribalta dagli U2 negli anni '90.

Ed è proprio da quest'opera che dobbiamo ripartire per snocciolare il contenuto di “Dum-Dum Bullet”, una compilation che fa sfoggio di materiale raro principalmente risalente alle recording session dell'ultimo full length. In particolare, ritroviamo su questo disco tutte le b-side contenute nei due singoli “Keep In The Family” e “Blush”, alle quali vanno ad aggiungersi tre inediti, alcuni demo targati Wayne Hussey ed una manciata di versioni alternative di brani estratti da “God Is A Bullet”. Essendo “Dum-Dum Bullet” una semplice appendice del suddetto album, non è difficile tracciarne le coordinate stilistiche: pop rock dall'indubbia personalità caratterizzato dalla voce magnetica e “vissuta” del buon Hussey (ormai un veterano del genere), da uno spiccato senso della melodia e da un'atmosfera vagamente oscura riconducibile alla darkwave d'annata.

Non è però tutto oro quello che luccica: se “God Is A Bullet” poteva contare su un'ottima produzione e sulla partecipazione di ospiti prestigiosi come Julianne Regan degli All About Eve, la violoncellista Caroline Dale e la violinista Cathy Thompson, “Dum-Dum Bullet” è principalmente composto da materiale di secondaria importanza o, nel caso dei demo, registrato in solitaria, senza troppe pretese. Detto questo, gli episodi degni di attenzione si contano sulle dita di una mano. Ottima la carica rock di “Refugee”, così come il torbido incedere di “Room 22”, il vellutato romanticismo di “Thine” e la poesia decadente di “Katya's Lullaby”, scandita da una batteria marziale e da una tastiera funerea, un demo che sembra volersi ricollegare a tutti i costi il passato dei The Mission. Il resto del disco, purtroppo, scivola spesso e volentieri nell'anonimato (“So Many Things”, “Stranger In A Foreign Land”) e nella sconclusionatezza (francamente evitabile la versione a cappella di “Aquarius & Gemini”, semplicemente brutto il remix di “Blush” posto in chiusura). Speriamo soltanto che questi continui saliscendi non siano il sintomo di un nuovo periodo di stand-by per la band di Hussey...

“Dum-Dum Bullet” farà indubbiamente gola ai collezionisti ed ai fan più affezionati della band; tutti gli altri, fatte le dovute considerazioni, dovrebbero puntare direttamente a “God Is A Bullet” o, meglio ancora, andare a riscoprire i lontani fasti di questa storica formazione.