Artemisia
Gocce D'Assenzio

2010, Videoradio
Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 26/07/10

Tornano, a due anni dall’omonimo debutto discografico, i goriziani Artemisia con “Gocce D’Assenzio”, riproponendoci il loro robusto rock robusto dai toni fortemente esistenzialisti e mutevoli. Decisamente troppo mutevoli.

Vorrei cominciare - in modo poco elegante, lo ammetto - ad elencare i difetti che circondano la band e che non mi hanno affatto convinto durante l’ascolto di questo disco, un lavoro che presenta forti elmenti di disomogeneità che paiono non collidere tra loro: riff e cavalcate maideniane che all’improvviso prendono un’altra direzione (“Bambina Sola”, “Angelo Nero”), tempi che mutano senza preavviso e senza l’eleganza progressiva a rendere più docile il passaggio (“Umana Forma”), canzoni più lente ed intimiste che si aprono leggermente al folk (la fisarmonica di “Il Tempo”), ma senza convincere sino in fondo. Su tutto, lo spettro della voce di Anna Ballarin, una voce assolutamente energica e granitica, ma che non sposa alla perfezione la base musicale su cui pone il proprio strumento, aggiungendo disordine ad un quadro già piuttosto confuso di suo (ascoltate l’abbassamento di tono sul ritornello di “Bambina Sola”: è forse l’esempio più eclatante di quello che sto tentando di dirvi). Neanche dopo ripetuti ascolti – perché, si sa, mutevolezza progressista implica impegno nel discernimento delle complesse strutture armoniche – queste canzoni hanno saputo trovare una strada propria, rendendo impossibile quel processo di assimilazione che lega l’ascoltatore all’opera musicale.

Non me ne vogliate ragazzi, ma ritengo che ci sia ancora molto da lavorare, soprattutto a livello d’intesa: sembra quasi che gli Artemisia possiedano gli ingredienti, la formula, ma si siano persi lungo la strada del processo di sintesi delle loro gocce d’assenzio. Ciò che ne risulta è questo disco, una raccolta che potrebbe trovare sostegno unicamente tra coloro che apprezzano il vecchio rock italiano vagamente progressista di oltre 20 anni fa, un apprezzamento probabilmente più dovuto all’effetto nostalgia che non all’effettiva qualità di queste composizioni.





01. Umana Forma
02. Gocce d' Assenzio
03. Inutile Essenza
04. Donna Prescelta
05. Bambina Sola
06. Angelo Nero
07. Immobile
08. Il Tempo
09. Il Vortice
10. Il Sentiero
11. La Vetrina

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool