Interessante questo "69", EP autoprodotto e confezionato con estrema cura dai Thulium, formazione cosmopolita che accoglie tra le sue fila un membro inglese, uno canadese, uno francese e uno ungherese. Partirei dalle prestigiose influenze, si passa agevolmente dagli Audioslave ai Nickelback passando per i Foo Fighters, nomi di spessore che delineano in modo piuttosto attendibile i contorni del disco in oggetto.
I ragazzi si fanno strada in un ambiente alternative rock che ogni tanto ha il sapore futurista del post rock, presentando al pubblico tre brani che andranno a comporre il full length di prossima uscita. “Running” e “Craving” ricorrono ad una forma delicata, anche se la sostanza è appesantita da una chitarra elettrica heavy metal oriented che dialoga con una ritmica briosa, uno stile poco innovativo ma adatto ad unire semplicità ed armonia. La band è fortemente legata all’elemento melodico, manifestato senza troppi fronzoli dalla power ballad conclusiva, “90 Days Of Sorrow”, leggermente troppo derivativa ma ruffiana al punto giusto. Insomma, non si può certo dire che il gruppo non sappia dove andare a parare.
Concludo qui la mini-recensione del mini EP, soddisfatto per quanto ascoltato nei dieci minuti a nostra disposizione e fiducioso per il disco finito. Pur non proponendo nulla di nuovo, i Thulium si apprestano a scalare le classifiche, quelle del territorio britannico senza alcun dubbio: musicalità e grinta non mancano, capacità pure. Staremo a vedere.