Nox Aurea
Ascending In Triumph

2010, Napalm Records
Doom

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 01/08/10

Freschi di contratto con la Napalm Records, gli svedesi Nox Aurea danno alle stampe questo “Ascending In Triumph”. La band si muove piuttosto a suo agio in ambito gothic/doom: i riferimenti più diretti vanno ricercati nei Theatre Of Tragedy e nei Tristania della metà degli anni Novanta (per citare due album, “Velvet Darkness They Fear” e “Widow’s Weeds”) e nei più contemporanei Draconian e Saturnus. Non vado a scomodare il doom inglese, che, sebbene abbia dei punti di contatto con i Nostri (e con le band sopra citate), non sembra essere la loro influenza più diretta.

Un ascolto di “Ascending In Triumph” può bastare, a chi mastica doom, per definire le coordinate del lavoro dei Nox Aurea: buon disco, lungo e snervante come il genere vuole, ben prodotto, ma ahimé totalmente privo di originalità. Se questo gruppo fosse arrivato quindici, anche dieci anni fa, probabilmente sarebbe stato incensato ed osannato dai fan di questo oscuro e lento genere musicale, ma nel 2010, quando ormai tante pagine di buon doom sono state scritte, i Nostri non sembrano in grado di fare breccia nel cuore dei doomsters. Purtroppo gli ingredienti che vanno a comporre il suono degli svedesi sono gli stessi che possiamo ritrovare in centinaia di altri gruppi simili, per di più dosati nello stesso identico modo. Abbiamo tappeti tastieristici di grande e solenne atmosfera, chitarre lancinanti e taglienti che, in momenti di calma e quiete sanno farsi dolci e cullanti, un growl profondissimo e straziante accompagnato da una voce femminile angelica e sognante ed una sezione ritmica ora lenta e pachidermica ora più grintosa ed energica. Che sonno! Scherzi a parte, è questa la prima e più istintiva sensazione che ho provato ascoltando il disco, sensazione che è rimasta pressoché immutata con gli ascolti successivi, nonostante alla lunga siano venuti fuori alcuni momenti interessanti come la titletrack o “The Shadowless Plains”. Il problema, lo ripeto, è una latente mancanza di idee originali, che porta i Nostri a calcare pesantemente le orme di band storiche del gothic/doom e addirittura a ripetersi nelle ultime tracce del lavoro, quando l’andamento si fa sin troppo prevedibile e privo di sorprese.

“Ascending In Triumph” è un disco sufficiente ma niente più: farà felici i fan sfegatati dei primi Theatre Of Tragedy e Tristania, che in esso ritroveranno trame a loro familiari, ma non potrà che risultare noioso a tutti gli altri amanti del doom.




01. Ascending In Triumph
02. The Loss And Endeavour Of Divinity
03. The Shadowless Plains
04. Mother Aletheia Chapter II
05. The Delight Of Autumn Passion
06. My Voyage Through Galactic Aeons
07. To The Grave I Belong
08. Emendare

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