Glasvegas
Glasvegas

2008, Columbia
Alternative Rock

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 01/08/10

Grande successo di critica in patria, posizione n. 2 nelle classifiche di vendita del Regno Unito: il buon debutto degli scozzesi Glasvegas induce una certa aspettativa riguardo al loro futuro. In attesa della seconda uscita, facciamo un passo indietro per  tutti quelli che si sono persi questo promettente lavoro, dai suoni innegabilmente britannici.

Quella stessa Scozia appartenuta ai The Jesus And Mary Chain si percepisce forte e chiara nelle note di questo disco: i ritmi, i muri di suono e la voce richiamano innanzitutto i sopracitati pionieri del noise pop, per quanto smussati ed edulcolati. Inoltre, c'è ampio spazio per rinfrescate surf anni '60 inserite fra vaporose distorsioni shoegaze. Certamente i Glasvegas puntano su melodie abbastanza facili, ma l'aspetto più interessante non è quasi mai la melodia in sè, quanto il lato sonoro: l'etereo tappeto di tastiere e di chitarra non era mai stato così ben riproposto in un contesto pop, perlomeno in tempi recenti.

Punto di forza, e forse anche limite, è la cantabilità dai toni nostalgici, unita alla spazialità suggestiva tessuta dalla band. Solo in un episodio i Glasvegas abbandonano il formato "asso piglia tutto" per lanciarsi nell'onirico più puro (sempre presente altrove, anche se un po' latente): è la conclusiva e spettacolare "Ice Cream Van", intenso brano sospeso fra strati sovrapposti di tastiere sempre più struggenti (può facilmente ricordare le atmosfere di "Motion Picture Soundtrack" dei Radiohead). Ovviamente a far da ariete sfonda-classifiche non sarà un brano come questo, bensì la smaccata cantilena surf di "Daddy's gone" (condita perfino da coretti alla "Speedy Gonzales" di Pat Boone!). Promossi, invece, gli altri singoli: "Geraldine" e soprattutto "It's My Own Cheating Heart That Makes Me Cry", che costituiscono la loro migliore sintesi fra sogno e melodia, sorrette entrambe da arrangiamenti ottimamente costruiti. Un po' di sorpresa accompagna, invece, l'ascolto di "Stabbed": un parlato su note di pianoforte, ovviamente il tutto è delizioso soprattutto per merito di Beethoven e della sua Sonata n.14 "Al Chiaro Di Luna". Le canzoni comunque si mantengono sempre su livelli medio-alti, escludendo le flessioni di "Go Square Go" e "S.A.D. Light", nelle quali gli elementi restano sempre gli stessi, ma trasudano molta meno ispiriazione.

Senza voler esaltare oltre misura un'altra delle tante next big thing, vogliamo sottoporre alla dovuta attenzione questo debutto, foriero di indubbie qualità compositive; se i Glasvegas tenteranno di approfondire la vena più impressionista del loro sound a discapito di qualche ruffianeria pop di troppo, potremo aspettarci qualcosa di veramente importante.





01. Flowers & Football Tops
02. Geraldine
03. It's My Own Cheating Heart That Makes Me Cry
04. Lonesome Swan
05. Go Square Go!
06. Polmont on My Mind
07. Daddy's Gone
08. Stabbed
09. S.A.D. Light
10. Ice Cream Van

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