Lacrimas Profundere
Memorandum

1999, Napalm Records
Doom

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 15/08/10

Nel 1999 i teutonici Lacrimas Profundere danno alle stampe quello che, molto probabilmente, è tutt’ora il loro lavoro migliore, “Memorandum”. In questo periodo il gruppo viaggia ancora spedito lungo i solchi doom metal tracciati da Anathema e My Dying Bride, band che i ragazzi hanno sicuramente ben presenti. Lo spettro dei due gruppi inglesi, infatti, aleggia costantemente sui nove pezzi che compongono il disco, ma, ringraziando il cielo, i Nostri non si limitano ad una sterile imitazione, mettendoci anche molta farina del loro sacco. Il risultato è molto buono, addirittura ottimo per quanto riguarda alcune canzoni.

Di base alla voce i Lacrimas Profundere alternano il growl e il clean di Christopher Schmid con gli inserti femminili, spesso di stampo operistico, di Anja Hötzendorfer: cori quindi molto impostati, eppure spesso struggenti e strazianti, che si amalgamano perfettamente con i repentini cambi di atmosfera che la band sa generare. La tipica forma-canzone doom viene parzialmente stravolta, essendo presenti accelerazioni al limite del black (con annesso scream del cantante) e, sul versante opposto, intervalli acustici affidati spesso e volentieri al duo piano-voce (e talvolta a strumenti dal sapore classicheggiante quali l'arpa).

Dopo qualche secondo di “Infinity” gli Anathema sembrano molto più che una semplice influenza nel suono dei Nostri (basti sentire l’alchimia tra la chitarra acustica e il pianto di quella elettrica), ma con la successiva “Helplessness” entriamo perfettamente a contatto con lo stile dei teutonici. “Black Swan” sorprende per la disperata magia che riesce a creare, principalmente grazie al pianoforte, alla voce femminile e ad un growl cavernoso (che a tratti si trasfmora in un clean molto impostato e teatrale). La doppietta centrale costituita da “Reminescence” e “The Crown Of Leaving” ha dell’incredibile e costituisce il punto più alto dell’album. La prima ricorda tanto alcune cose ascoltate su “The Silent Enigma” degli Anathema, con il suo continuo alternarsi tra parti lente e soffuse, decadenza doom e momenti più violenti. Violenza che è invece alla radice di “The Crown Of Leaving”, superbo pezzo quasi black sinfonico (vedi l’impostazione vocale di Christopher e la batteria), quasi sette minuti che crescono d’intensità col tempo e che scorrono via rapidamente, passando in rassegna dolcezza, malinconia, disperazione e furore. Prima della dolce chiusura affidata a “The Fate Of Equilibrium” mi sento di segnalare “The Embrace And The Eclipse”, altro intenso inno alla monumentalità del doom dei Nostri.

“Memorandum” è l’ultimo disco doom dei Lacrimas Profondere. Da “Burning: A Wish” i nostri inizieranno, lentamente ma inesorabilmente, ad avventurarsi in territori gothic, il che non è necessariamente un male (fino ad “Ave End” stiamo parlando di lavori più che buoni), se non fosse che gli ultimi dischi hanno perso la verve che fino ad allora li aveva contraddistinti. Per quanto mi riguarda quest'album non è sicuramente al pari di capolavori quali “The Angel And The Dark River”, “Widows’ Weeds”, “Velvet Darkness They Fear” o “The Silent Enigma” (ho citato solo alcune pietre miliari del gothic-doom), ma si piazza immediatamente sotto, in una posizione di grande rispetto, costituendo una variante sicuramente degna di nota. Se non conoscete i Lacrimas Profundere e quelli attuali vi sembrano sin troppo edulcorati, scavate nel loro passato e recuperate questa gemma: li rivaluterete immediatamente.




01. Infinity
02. Helplessness
03. ...And How to Drow In Your Arms
04. Black Swans
05. Reminiscence
06. The Crown Of Leaving
07. All Your Radiance
08. The Embrace And The Eclipse
09. The Fate Of Equilibrium

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