Sonic Syndicate
We Rule The Night

2010, Nuclear Blast
Metalcore

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 27/08/10

I fuochi della controversia non si sono ancora spenti per gli svedesi Sonic Syndicate dai tempi del precedente “Love And Other Disaster”, tant'è che oggi le fiamme sono destinate ad essere rinvigorite grazie a questo “We Rule The Night”. Già, perché questo metalcore estremamente moderno e all’acqua di rose, diciamocela tutta, non suona per nulla convincente, affatto autentico e, per concludere, decisamente troppo facile. E con “facile” non intendo melodico e di rapida assimilazione, due situazioni che non per forza si traducono in un difetto, bensì facile per come tutte le varie canzoni cerchino, sistematicamente, la via più comoda e popolare per risultare forzatamente godibili.
 
E’ una cosa che si avverte immediatamente, sia in liriche che esprimono l’insicurezza di sentirsi brutti quando ci si sente dire il contrario (l’iniziale “Freak In Me”, canzone totalmente emo nello spirito – e sì, l’emo fastidioso ovviamente), piuttosto che nello screamo di Richard Sjunnesson, sempre in parallelo al meraviglioso pulito del nuovo singer Nathan J. Biggs, quasi a volersi scusare di essere presente anche lui, con la sua vena sporca (“Revolution, Baby”). Ancora: non si può che rimanere decisamente perplessi di fronte alla pura pop song che è il secondo singolo “My Own Life” (quello che precede di poche settimane l’uscita del disco - se non è strategia questa…), il sospettoso e scontato riarrangiamento, verso lidi tastieristici più elettronici ed easy, del primo singolo “Burn This City” (anticipato dall’omonimo EP), piuttosto che l’innesto disco godereccio dell’imminente terzo singolo di “Turn It Up”. Poi, volete che in un’operazione ruffianeria così ben riuscita arrivi a mancare il pezzo ispirato alla saga dei vampiri di Twilight (“Black And Blue”)?
 
Insomma: ciò che si salva fortemente in questo disco sono caratteristiche che non sono imputabili direttamente alle composizioni della band, e mi riferisco in particolare al bel timbro vocale del nuovo e giovanissimo Nathan, piuttosto che la produzione a cura di Toby Wright, un uomo che vanta nel proprio curriculum la produzione di dischi dei Kiss, dei Korn e dei Mötley Crüe, un professionista assoluto che ha prodotto un album dai suoni eccellenti. Tuttavia, la veste può essere sfavillante e ricca quanto volete, ma se ad indossarla è uno scheletro piuttosto inconsistente, la veste da sola non servirà a nascondere le evidenti lacune di un’opera discografica destinata unicamente a piacere ai teenager, ragazzi alle prime armi nel mondo del metal che vogliono avere per le mani un prodotto cool, moderno e di immediato consumo.
 
L’augurio è che tutte queste giovani menti possano usare i Sonic Syndicate come chiave per aprire varchi musicali ben più interessanti della musica dei Nostri, magari voltandosi indietro un giorno, tra molti anni a venire, rendendosi conto dell’effettivo valore di questa band.  



01. Beauty And The Freak
02. Revolution, Baby
03. Turn It Up
04. My Own Life
05. Burn This City
06. Black And Blue
07. Miles Apart
08. Plans Are For People
09. Leave Me Alone
10. Break of Day
11. We Rule The Night

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