Indochine
Paradize

2002, Sony/BMG
Alternative Rock

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 26/08/10

Sconosciuti ai più nel nostro paese ma meritevoli di grande rispetto, i francesi Indochine pubblicano nel 2002 “Paradize”, album dal forte impatto che garantisce alla band un ampio seguito a livello europeo. I Nostri propongono una strana miscela di rock a tratti fosco e cupo (certe aperture ricordano i Cure, sia quelli del periodo “dark” sia quelli un po' più rilassati di “Wish”), elettronica, riferimenti a tematiche scottanti (vita, morte, religione, la provocazione in generale, peraltro ottimamente rappresentata dalla copertina) trattate con disinvoltura e disseminate un po’ ovunque lungo le quindici tracce. Tracce che, udite udite, sono tutte eccezionalmente godibili, fresche, affascinanti (anche quando ci troviamo di fronte a momenti meno elettrici e più malinconici), si fanno tutte quante ascoltare che è una bellezza.

La doppietta iniziale, composta da “Paradize” ed “Electrastar”, è degna di applausi e fa subito capire di che pasta sono fatti questi ragazzi. Beat elettronici si sposano alla meraviglia con tastiere dal sapore fortemente eighties e con chitarre taglienti ma che all’occorrenza sanno anche farsi belle pesanti, mentre il francese di Nicola Sirkis affascina sia per il tono della voce che per quella cadenza transalpina che immancabilmente trasferisce anche alle parole inglesi. I ritornelli di entrambe sono talmente coinvolgenti da piantarsi subito nella testa dell’ascoltatore, per non uscirne più. La proposta dei Nostri è come detto qualitativamente molto alta, ma a cotanta qualità corrisponde anche una più che buona varietà. A pezzi più movimentati (“Mao Boy!” o “Marilyn” per esempio, oltre alle già citate iniziali), fanno da contrappeso altri più pacati, nostalgici e malinconici: tra questi ricordo le semi-ballad “J’ai Demandé à La Lune”, “Le Grand Secret” (occhio a Melissa Auf Der Maur alla voce, impedibile nel duetto con il cantante del gruppo!), “La Nuit Des Fées”, “Le Manoir”, “Dark” “Comateen 1” e la conclusiva “En Singe En Hiver”.

Siamo di fronte ad un lavoro meravigliosamente completo, ottimo sotto tutti i punti di vista, in grado di stregare chiunque abbia voglia di riscoprirlo: fatelo vostro, fidatevi.




01. Paradize
02. Electrastar
03. Punker
04. Mao Boy!
05. J'Ai Demandé à La Lune
06. Dunkerque
07. Like A Monster
08. Le Grand Secret
09. La Nuit Des Fées
10. Marilyn
11. Le Manoir
12. Popstitute
13. Dark
14. Comateen 1
15. Un Singe En Hiver

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