Witche's Brew
White Trash Sideshow

2010, Black Widow Records
Stoner

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 05/09/10

White Trash Sideshow” dei nostrani Witche’s Brew è un disco sporco, grezzo, polveroso, sembra essere stato registrato in un garage o in mezzo ad un canyon. Odora di whiskey, polvere da sparo, sudore, benzina, ha in sé la genetica del southern rock unito allo stoner, certe volte sa essere trascinante come un caldo vento e visionario come certi sogni provocati dall'abuso di una qualche sostanza allucinogena, di alcoool, o dall’eccessiva esposizione sotto un sole cocente, in grado di perforare il cranio e friggere il cervello.

I Nostri paiono aver dato vita ad una valida alchimia che fonde Kyuss, Black Lebel Society, Queens Of The Stone Age e certe atmosfere rodriguez-tarantiniane, grazie ad un album coinvolgente e accattivante, magari non particolarmente innovativo, magari non perfetto, ma dannatamente divertente da ascoltare. Il trio (Zonca, basso e voce, Bosco alla chitarra e Solci alla batteria) ha messo insieme undici pezzi che sono uno più bello dell’altro ed alternano sapientemente cavalcate a rotta di collo a corrosive sessioni strumentali fatte di feedback acidi e lontani, massicce scosse telluriche provocate dalla sessione ritmica e una voce lontana, volutamente registrata in modo da fondersi in maniera egregia con il suono degli altri strumenti, creando un unicuum a tratti onirico e spettrale. “Stone Cold Killer”, “Rebel Goon Blues”, “Seas Of Shame”, “Dusk Till Dawn” (il cui titolo rimanda direttamente a “Dal Tramonto All’Alba”, film che, ve lo posso garantire, non mancherà di ripresentarsi alla vostra mente ascoltando il disco), “Drunkman Soul” e la conclusiva “Revenge” sono canzoni che vi conquisteranno per le loro atmosfere e, soprattutto, per la maestria con la quale sono state concepite. I Nostri in effetti sanno suonare e ce lo dimostrano inerpicandosi frequentemente in bastardissime parti strumentali fatte di lunghi ed acidi assoli, con gli strumenti che si rincorrono di continuo attraverso parentesi melodiche per nulla fini a se stesse ma propositive per lo sviluppo del brano.

Lo ammetto, “White Trash Sideshow” mi ha sorpreso: non mi aspettavo che questo lavoro potesse prendermi così tanto, né credevo che una copertina francamente tamarra come quella in questione potesse poi nascondere un disco di così pregevole fattura. I Witche’s Brew sono un gruppo assolutamente da scoprire e premiare, non sono molte in Italia le formazioni in grado di proporre un sound di questo tipo caratterizzato dalla stessa intensità e dalla stessa passione. Lo ripeto: una vera e propria sorpresa.




01. Stone Cold Killer
02. Leather
03. Rebel Goon Blues
04. The Mission
05. Seas Of Shame
06. Eighty Miles Across The Sea
07. Dusk Till Dawn
08. Drunkman Soul
09. Double Trouble
10. Bloody Mary (Bonus Track)
11. Revenge (Bonus Track)

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