Circle II Circle
Consequence Of Power

2010, AFM Records
Heavy Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 25/09/10

I Circle II Circle sono una di quelle band che danzano perennemente, come una ballerina in tutù rosa, sulla lama di un enorme rasoio immaginario, rasoio che è giudice inoppugnabile e incontrovertibile del successo o del fallimento di un artista. In una maniera o nell’altra, il quartetto statunitense riesce sempre mantenersi in equilibrio sulla lama, evitando da una parte di sprofondare nell’oblio e nel dimenticatoio, ma dall’altra precludendosi la possibilità di raggiungere il tanto agognato boom musicale e commerciale (impresa in parte toccata e sfiorata giusto in un paio di occasioni – "Burden Of Truth" in particolare)

La band, capitanata da Zachary Stevens (ex Savatage), giunge così al quinto studio album in sette anni (forse un po’ tantinii a dire il vero) intitolato “Consequence of Power”. Ormai credo sia piuttosto risaputa l’enorme influenza che i Savatage esercitano, e continuano ad esercitare, su questa band; d’altronde, non si può certo fargliene una colpa. L’album è una mistura eterogenea di power, hard rock e sonorità alla Savatage appunto, e si mantiene ovviamente sulla stessa falsariga dei suoi predecessori. I momenti topici del lavoro a dir la verità non sono poi così tanti; possiamo citare senza timore l’opener track “Whisper In Vain” e soprattutto la migliore, a mio giudizio, canzone del lotto nonché title track: “Consequence Of Power” un concentrato di tecnica, velocità potenza e carisma dove l’ottimo lavoro di chitarra di Andy Lee e l’incalzante batteria di Jhonny Osborn la fanno da padrone. Canonici e prevedibili mid-tempo come “Out Of Nowhere” fungono da intercapedine alla seconda parte dell’album che prende il via con la bella “Episodes Of Mania”. Per il resto c’è solo da segnalare la carina, ma non da pelle d’oca, “Blood Of An Angel”, traccia di chiusura e ritrita ballad che nulla aggiunge e nulla toglie alla sorte finale del disco. La prova di Zach ai microfoni è più che sufficiente ma non totalmente convincente, fattore che assieme al songwriting, attribuisce all’album una leggera ed inaspettata piattezza.

Forse uno sforzo in più in fase di produzione non avrebbe guastato e tutti ne avrebbero tratto beneficio: in primis la band, che probabilmente sarebbe riuscita nel salto di cui parlavo prima, e sicuramente i fan, che sarebbero stati felici di possedere un ottimo disco tra le mani. Purtroppo così non è e quello che inseriranno nel loro stereo non sarà altro che un ulteriore album mediocre e nulla più, soprattutto se confrontato con i “masterpiece” della band.





01.Whispers In Vain
02.Consequence Of Power
03.Out Of Nowhere
04.Remember
05.Symptoms Of Fate
06.Mirage
07.Episodes Of Mania
08.Redemption
09.Take Back Yesterday
10.Anathema
11.Blood Of An Angel

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