Wolves In The Throne Room
Two Hunters

2007, Southern Lord
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 28/09/10

Maestoso: questo è l'aggettivo che meglio sintetizza “Two Hunters” dei Wolves In The Throne Room. Il gruppo americano ha all'attivo tre LP (oltre a questo abbiamo il precedente “Diadem Of 12 Stars” e il successivo “Black Cascade”), ma è con questo album che i nostri toccano l'apice della loro creatività.

Il black suonato dai Nostri farà gola sia ai fan di vecchia data di queste sonorità (abituati più alla sua versione norvegese) sia agli amanti delle atmosfere messe in mostra da Agalloch, Woods Of Ypres ecc: aggressivo, gelido e ferale, ma anche contemplativo, calmo e riflessivo nelle sue (tante) sezioni atmosferiche e folk, “Two Hunters” ammalia e arriva diretto al cuore degli ascoltatori. Come al solito i WITTR ci regalano un disco composto da pochissime tracce (quattro), tutte quante caratterizzate però dalla lunghissima durata (in due casi si toccano i dieci minuti, in uno si sfiorano addirittura i venti), ma ciò nonostante i quasi cinquanta minuti di durata totale scorrono via in un baleno, beneficiando dei continui cambi di atmosfera messi in atto dalla band.

Di fatto l'ascolto di questo lavoro pone l'ascoltatore in una sorta di trance, lo cattura e non lo lascia più se non alla fine dell'opera: per ottenere ciò questi ragazzi hanno concepito una macchina perfetta, che non mostra il fianco a punti deboli. Sezione ritmica, chitarre, scream agghiacciante, e in questo disco anche inserti di voci femminili e tastiere, tutto concorre a creare, assieme alle liriche dei Nostri (incentrate sull'esaltazione della Natura in tutte le sue manifestazioni), un quadro di una bellezza, come detto all'inizio, maestosa, cupa, ossessiva, tribale e tremenda, eppure “sublime”, come direbbero certi poeti romantici dell'Ottocento. Data la sua forma e forza espressiva l'album, lo avrete capito, rende appieno solo se ascoltato tutto d'un fiato: esperienza di certo non semplice e non così immediatamente fruibile (data soprattutto la già citata lunghezza dei brani), ma dalla quale si ottiene un elevato grado di soddisfazione. Anche per questo motivo è difficile individuare i momenti migliori, anche se un plauso va sicuramente fatto agli ultimi due pezzi, “Cleansing” e “I Will Lay Down My Bones Among The Rocks And Roots” (titolo questo che, oltre a essere chilometrico, ben sintetizza la filosofia a sfondo naturalista sostenuta dal gruppo).

Sicuramente superiore al precedente e al successivo album, “Two Hunters” è, ad oggi, l'indiscusso capolavoro dei WITTR, candidandosi anche a uno dei migliori album black metal usciti negli ultimi anni: per gli estimatori di queste sonorità estreme non ascoltarlo costituirebbe una vera e propria lacuna.



01. Dia Artio
02. Vastness And Sorrow
03. Cleansing
04. I Will Lay Down My Bones Among The Rocks And Roots

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