Beautiful
Beautiful

2010, Al-Kemi Records
Rock/Elettronica

Quando l'ex Litfiba Gianni Maroccolo incontra Howie B e Cristiano Godano (Marlene Kuntz)
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 28/09/10

Mettete in una stanza l'ex Litfiba, C.S.I., P.G.R. Gianni Maroccolo, il produttore Howie B. e Cristiano Godano coi suoi Marlene Kuntz. Chiudete la porta con una doppia mandata e buttate la chiave. Aspettate quindi qualche mese e tornate ad aprire la stanza: troverete non più esseri umani, non più musicisti, bensì curiosi omuncoli che si ingobbiscono e si dimenano in preda al furore dionisiaco suscitato da quella che può esser definita come un'ossessiva e continua sperimentazione musicale, dove l'elettronica sposa, distrugge, violenta, accarezza stilemi rock, dove dissonanze care ad una certa new/dark wave paiono resuscitare da tempi ormai dimenticati. Elettrico ed elettronica sono protagonisti di una convivenza difficile eppure necessaria nell'omonimo debut album del progetto Beautiful al quale fanno capo, come si sarà notato, artisti lungi dall'essere vagamente etichettabili all'interno di una mera e precisa “categoria musicale”.

In “Beautiful” i Nostri hanno dato sfogo alla propria creatività senza porsi limiti di sorta: ecco quindi che alla dissonante ed ossessiva “Pow Pow Pow”, che mescola chitarre disorganizzate e campionamenti elettronici, segue la strumentale e più equilibrata “Tarantino”, dove su un'essenziale batteria e sulla linea monocorde di basso creata da Maroccolo vengono tessuti semplici ma efficaci fraseggi di chitarra. In “In Your Eyes”, singolo scelto per promuovere l'album, grande è l'influenza di Godano, e non è da escludere che in futuro questo brano possa trovare un posto in scaletta durante un tour dei Marlene Kuntz. Se fino ad ora questo cd sembra essere in fin dei conti un buon connubio tra elettronica e rock, ci pensa “Single Too!” a spiazzare completamente l'ascoltatore, essendo in tutto e per tutto un brano trance (anche se in alcune scelte si possono intravedere vaghi, vaghissimi richiami a certi lavori dei Litfiba “pre-Desaparecido”). La successiva, acustica e sottilmente inquietante “Fatiche” pare più una lunga intro, invece è un brano a sé stante, il che la rende poco appetibile e lascia un certo senso di incompiutezza, sensazione che invece è del tutto assente in “White Rabbit”, brano originariamente dei Jefferson's Airplane ispirato all'opera di Lewis Carroll “Alice In Wonderland”, registrato dal vivo, dove il riconoscibile basso di Maroccolo impera per tutta la durata, dipingendo ritmiche essenziali che ben si amalgamano con la chitarra e la voce di Cristiano e l'essenziale elettronica di Howie B., riuscendo a ricostruire atmosfere vicine ai Litfiba più dark, dove le tastiere di Antonio Aiazzi ed il basso di Gianni erano padroni della scena.

“Beautiful” è un disco difficile da assimilare: assolutamente eterogeneo, si passa da brani strumentali di 6 minuti assolutamente monotoni (nel senso letterale del termine), come nel caso di “Suzuki”, a divagazioni blues (“What's My Name”) a momenti di pura dissonanza o di pura elettronica (trance o minimal che sia), il che può dare un certo fastidio e disorientamento e risultare anche stucchevole, arrivando a considerare l'intero album un mero esercizio manieristico. Tuttavia, considerando i soggetti che si son cimentati in questa avventura e la loro natura completamente fuori dagli schemi e da qualsiasi possibilità di categorizzazione, il sottoscritto può affermare con assoluta certezza che in quell'apparente manierismo si cela una sincera, malata volontà di spingersi oltre, di cercare e trovare nuove soluzioni musicali e sonore, di ripescare dal passato alcune soluzioni che oramai si credevano perdute e dimenticate (“Gorilla” e la chilometrica “Flowers” si muovono tra primi Litfiba e C.S.I. e di certo non sarebbero dispiaciute ai Marlene Kuntz degli albori).

Beautiful, inteso come progetto e come album, o si ama o si odia, o si apprezza  in toto o si grida all'eresia musicale: non c'è alcuna possibilità di compromesso, ma conoscendo il passato musicale alle spalle dei fautori dell'opera in esame, Maroccolo e soci di compromessi proprio non ne vogliono sentir parlare.



01. Pow Pow Pow
02. Tarantino
03. In Your Eyes
04. Single Too!
05. Fatiche
06. White Rabbit
07. Suzuki
08. What's My Name
09. Giorgis
10. Gorilla
11. Flowers
12. Can I Play And I Don't Want Too

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