Ion
Immaculada

2010, Equilibrium Music
Ethereal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 30/09/10

Duncan Patterson è uno di quegli artisti che da sempre “viziano” i propri ascoltatori con dosi di musica d'altissima qualità. La storia di questo eclettico polistrumentista ebbe inizio nei primi anni '90, sotto la plumbea ombra della storica (ed ispiratissima) formazione degli Anathema... L'estro dell'artista inglese trovò poi sfogo nelle inquietanti escursioni progressive/elettroniche degli Antimatter, un progetto che nel giro di qualche album il Nostro avrebbe affidato alle sapienti mani dell'amico Mick Moss, al fine di dedicarsi anima e corpo alla sua nuova creatura, Íon. “Madre, Protégenos”, un'opera prima, quasi scarna nelle sue architetture, priva di influenze esterne, di difficile catalogazione, ma carica di suoni, profumi ed umori raccolti in ogni angolo della Terra (dalla fosca Irlanda al fascinoso Portogallo, come i maestri Dead Can Dance insegnano), ci viene regalata nel 2006. Quasi a voler sancire il profondo carattere spirituale della musica di Duncan, vengono chiamati a corte alcuni tra i più validi artisti della scena gothic ed ethereal, per unirsi alla sommessa preghiera che dà il titolo all'album. Quattro lunghi anni di distanza separano “Immaculada” da quella che fu la prima ricerca spirituale di Patterson. Ed è di nuovo rivoluzione.

Diviso tra mandolino (strumento mai così presente nei dischi del Nostro), chitarra, basso, pianoforte, tastiere e percussioni, Duncan sceglie di farsi accompagnare in questa seconda “esplorazione dell'anima” dalla sua nuova musa incantatrice: l'irlandese Lisa Cuthbert, talentuosa voce guida tra i tanti validi artisti che hanno preso parte alle registrazioni del disco. Il risultato è un disco sufficientemente eterogeneo, devoto alla più tradizionale world music (questa volta i punti cardinali dell'opera sono l'Irlanda, terra adottiva dell'artista, e la millenaria Grecia), sempre in bilico tra situazioni più ariose, quasi solari (provate ad ascoltare “Adoration” o “The Silent Stars”, brano ricamato alla perfezione dall'eterea Viola Raccogli, voce di una delle più valide band italiane nel settore ethereal, i friulani All My Faith Lost...) e parentesi dal retrogusto rituale (“Temptation”), tra momenti di elevazione spirituale (“Immaculada”) ed i classici slanci malinconici che da sempre caratterizzano le composizioni dell'artista.

Purtroppo (e mi trovo a scriverlo con una lieve punta di amarezza, anche se si tratta di un'osservazione dettata esclusivamente dal gusto personale del sottoscritto) viene quasi completamente a mancare una componente essenziale del sound del progetto Íon, ovvero quel substrato ambient che donava ai brani contenuti in “Madre, Protégenos” un sentore “oscuro” tutt'altro che fastidioso. Anche il pathos drammatico esalato dalla bravissima Emily A. Saaen (voce protagonista del primo disco) sembra essere svanito nell'etere per lasciare spazio ad una placida sensazione di armonia e pace interiore, quasi non vi fosse più alcun bisogno di cercare ispirazione in un atavico dolore, nelle lacrime o nei giochi di luce ed ombra offerti dalle ore in cui il vespro s'affaccia sul nostro pianeta. La copertina del disco, purissima ed eterea come la figura femminile che in quest'occasione diventa metafora di un'elevazione spirituale da tempo agognata, non lascia alcuna ombra di dubbio in merito: l'ascesi di Ducan ha trovato in “Immaculada” il suo compimento.

Impeccabile come sempre, l'ex Anathema confeziona l'ennesimo gioiello di una carriera priva di intoppi. Meno commovente e più rilassato del suo predecessore, “Immaculada” resta, a prescindere dai gusti di ognuno di noi, l'ennesimo disco da possedere, l'ennesima esperienza da vivere, l'ennesimo brivido da accogliere, senza esitazione, nelle nostre membra assopite.



01. Immaculada
02. Temptation
03. Adoration
04. Damhsa Na Gceithre Ghaoth
05. Invidia
06. Cetatea Cisnadioara
07. The Silent Stars
08. Return To Spirit

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