Serj Tankian
Imperfect Harmonies

2010, Serjical Strike/Reprise Records
Alternative Rock

Lontano dalle sonorità che hanno reso famosi i System Of A Down, torna a farci visita un artista con la A maiuscola
Recensione di Erik Molteni - Pubblicata in data: 06/10/10

Il primo problema che ci si pone nel recensire l’ultima fatica di Serj Tankian è capire il genere musicale a cui appartiene “Imperfect Harmonies”; non che si debba per forza classificare un’opera dal punto di vista del genere anzi, la musica deve sempre rimanere un linguaggio aperto ed universale, al di là di rigide classificazioni. Ma questo la dice lunga sulla poliedricità del musicista di origine armena, e sulle idee che l’ex(?) leader dei System Of A Down ha in campo musicale. Per non parlare poi proprio delle vicende legate alla sua band: un capitolo ancora aperto e di cui non si riesce a scorgere la fine; esperienza definitivamente chiusa, oppure una semplice ma lunga pausa di riflessione? Detto questo sgombriamo immediatamente il campo da eventuali dubbi in merito all’opera in questione: l’ultima fatica di Tankian è un album che si discosta parecchio dal suo illustre predecessore, che esplora e sperimenta diversi generi musicali dal rock al jazz, passando per l’elettronica condita da arrangiamenti sinfonici; senza naturalmente tralasciare il songwriting sempre ispirato e legato a tematiche tremendamente attuali e la matrice folk, da sempre presente nei lavori del musicista, e che ha caratterizzato la sua produzione, una sorta di marchio di fabbrica abbastanza unico. Dimenticate quindi brani esplosivi, magari conditi da riffs potenti in stile SOAD: nulla di tutto questo; ma ciò non significa che “Imperfect Harmonies” sia un lavoro negativo, tutt’altro. Di sicuro non è una release di facile assimilazione, e questa sensazione potrebbe aumentare per i fans più affezionati di Tankian e dei SOAD che, per forza di cose, si troveranno spiazzati di fronte alla decisa svolta stilistica del cantautore. Ma questo non deve trarvi in inganno, questo album ci ripresenta un Tankian in grande forma, capace ancora una volta di stupire e con una grande voglia di sperimentare i diversi linguaggi musicali.

Dopo “Elect The Dead”, album maggiormente legato alle sonorità della sua band, sembrerebbe che Tankian abbia intrapreso un personale viaggio musicale attraverso i diversi generi: ecco quindi la versione sinfonica dell’album sopra citato, un lavoro di ottima fattura e che lasciava intravedere un cambiamento stilistico, confermato dall’uscita di “Imperfect Harmonies”, album dal titolo emblematico e che ci riconsegna un Tankian diverso ma con le idee molto chiare. Una release che necessita di parecchi ascolti, ma che sa catturare l’ascoltatore esigente e dal palato raffinato; un lavoro a cui però manca qualcosa, come se il viaggio musicale intrapreso da Tankian non lo abbia ancora trasformato completamente, una sorta di crisalide che non è ancora diventata farfalla. La strada intrapresa però è quella giusta: sperimentare, studiare e miscelare i diversi generi musicali, una moderna Babele dove regna il linguaggio unico e universale della musica. Ma anche e soprattutto, continuare questo intrigante ed incredibile viaggio musicale che sta portando Tankian ad esplorare nuove frontiere.

Forse non tutti saranno felici della scelta del buon Serj, sicuramente non troverà i favori dei fans più intransigenti e di coloro i quali erano maggiormente legati alle sonorità dei SOAD. Di certo Tankian ci ha stupito ancora una volta, per qualcuno in maniera positiva, per altri in maniera negativa; ma una cosa è certa: “Imperfect Harmonies”, pur non essendo un capolavoro, ci consegna un artista con la “A” maiuscola, che a differenza di molti altri illustri colleghi si merita, e a buon diritto, lo status spesso abusato di musicista.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool