I Whales' Island sono di Palermo e questo “Not A Dream, But Never The End” costituisce il loro debutto. Cercando di attribuire alcune coordinate stilistiche al gruppo ci viene in aiuto la bio riportata sul loro MySpace, che così recita; “non troppo HC, un po' indie ed anche un po' rock, ma tanto tanto melodici!”. Questa loro descrizione è perfetta per capire come suonano i Nostri: tra le loro radici principali figurano sicuramente l'hardcore melodico e la vecchia ondata emo (quella statunitense dei primi anni Novanta), nonché il rock à la Foo Fighters (per altro da loro stessi inseriti come fonte d'ispirazione), il punk californiano e l'indie made in USA.
Ci vuole grande personalità e padronanza dei propri mezzi per non suonare derivativi o poco originali avendo alla base tutte queste variegate influenze e purtroppo questi ragazzi, sebbene ce la mettano tutta, non riescono a convincere come vorrebbero. Ciò nonostante si fanno portatori di una proposta musicale onesta, grintosa e passionale; dieci brani con pochi picchi qualitativi (di fatto sono pochi i pezzi memorabili, principalmente per il motivo che riporterò poco più avanti) ma che tutto sommato si lasciano ascoltare dando prova della buona preparazione del gruppo. Grosso problema di questo lavoro è nella scarsa personalità a supporto di ogni canzone: i pezzi scorrono via sin troppo bene, senza lasciare una propria profonda impronta tale da farli rimanere impressi anche dopo vari ascolti. Rimane un sapore di fondo, il ricordo di qualche linea di chitarra azzeccata o di qualche chorus ben interpretato dal cantante Turixxx (la cui prova difetta solo di una leggera ripetitività nel modo di cantare, anche se non è certo un dramma), ma poco più. Questo è, di fatto, il motivo sopra anticipato che mi spinge a dire che in fondo i pezzi memorabili sono pochi. In generale le tracce meglio riuscite sono disposte nella parte alta della scaletta: “We Are Alone”, “I Can Walk Again” e “Grate And Intense Years” sono brani dalla buona orecchiabilità, molto melodici, solari e accattivanti, che da soli individuano perfettamente il sound tipico dei Whales' Island (non aspettatevi quindi grosse variazioni nelle altre tracce). L'unico brano di stacco rispetto agli altri (anch'esso di buona qualità) è la conclusiva “Breathing... Running”, traccia aperta da un giro di chitarra arpeggiata e da un cantato non più urlato e graffiante come lo era stato sinora, ma placido e velato da una certa malinconia; la canzone cresce d'intensità e rientra già dalla seconda metà nei consueti binari stilistici, pur mantenendo però l'appeal iniziale e confermandosi come un pezzo in grado di emergere nel platter.
In conclusione siamo di fronte al debutto di una band dalle buone potenzialità, ancora acerba in fatto di personalità e poco in grado di rimanere a galla nel mare di influenze che si porta sulle spalle, ma non per questo da scartare. “Not A Dream But Never The End” è un disco quasi più adatto alla primavera/estate che all'autunno/inverno, ma è anche fresco e genuino: di certo non una release memorabile e che ricorderete a lungo, ma credetemi se vi dico che c'è molto, molto di peggio in giro.
Ci vuole grande personalità e padronanza dei propri mezzi per non suonare derivativi o poco originali avendo alla base tutte queste variegate influenze e purtroppo questi ragazzi, sebbene ce la mettano tutta, non riescono a convincere come vorrebbero. Ciò nonostante si fanno portatori di una proposta musicale onesta, grintosa e passionale; dieci brani con pochi picchi qualitativi (di fatto sono pochi i pezzi memorabili, principalmente per il motivo che riporterò poco più avanti) ma che tutto sommato si lasciano ascoltare dando prova della buona preparazione del gruppo. Grosso problema di questo lavoro è nella scarsa personalità a supporto di ogni canzone: i pezzi scorrono via sin troppo bene, senza lasciare una propria profonda impronta tale da farli rimanere impressi anche dopo vari ascolti. Rimane un sapore di fondo, il ricordo di qualche linea di chitarra azzeccata o di qualche chorus ben interpretato dal cantante Turixxx (la cui prova difetta solo di una leggera ripetitività nel modo di cantare, anche se non è certo un dramma), ma poco più. Questo è, di fatto, il motivo sopra anticipato che mi spinge a dire che in fondo i pezzi memorabili sono pochi. In generale le tracce meglio riuscite sono disposte nella parte alta della scaletta: “We Are Alone”, “I Can Walk Again” e “Grate And Intense Years” sono brani dalla buona orecchiabilità, molto melodici, solari e accattivanti, che da soli individuano perfettamente il sound tipico dei Whales' Island (non aspettatevi quindi grosse variazioni nelle altre tracce). L'unico brano di stacco rispetto agli altri (anch'esso di buona qualità) è la conclusiva “Breathing... Running”, traccia aperta da un giro di chitarra arpeggiata e da un cantato non più urlato e graffiante come lo era stato sinora, ma placido e velato da una certa malinconia; la canzone cresce d'intensità e rientra già dalla seconda metà nei consueti binari stilistici, pur mantenendo però l'appeal iniziale e confermandosi come un pezzo in grado di emergere nel platter.
In conclusione siamo di fronte al debutto di una band dalle buone potenzialità, ancora acerba in fatto di personalità e poco in grado di rimanere a galla nel mare di influenze che si porta sulle spalle, ma non per questo da scartare. “Not A Dream But Never The End” è un disco quasi più adatto alla primavera/estate che all'autunno/inverno, ma è anche fresco e genuino: di certo non una release memorabile e che ricorderete a lungo, ma credetemi se vi dico che c'è molto, molto di peggio in giro.