Recensione a cura di Dario Russo
Dalle rive del Mississippi all’ombra del Vesuvio, dalla chitarra di Clapton alle note di Pino Daniele, il blues da decenni trova fermento anche a Napoli e ritrova la sua lunga tradizione con un nuovo nome: Gennaro Porcelli. Il chitarrista partenopeo, classe 1981, non è passato inosservato agli occhi dei più, vantando un curriculum di tutto rispetto, avendo già collaborato con musicisti come Piero Pelù e Alex Britti, guadagnandosi una forte stima del cantante romano che dichiara:“Gennaro è nu bravo guaglione…è uno di quelli che ha ancora tanta passione per le cose semplici, genuine come il blues e reinterpreta certi suoni con tutta la napoletanità che in fondo gli spetta di diritto”.
Si intitola "Revisiting...!" il primo lavoro di Porcelli. Un album da ascoltare on the road, dove il caldo calore della chitarra rievoca scenari della Cotton Belt americana e dell’afro folk di circa un secolo fa. Una revisione dei più grandi successi blues di tutti i tempi, dove vengono reinterpretate icone del genere con brani come “Mess around” di Ray Charles e “Rock me baby” di B.B.King , fino a “Dallas” di Johnny Winter e “Tiger rag” di Nick La Rocca. In questo lavoro, non poteva mancare l’omaggio a Bob Dylan a cui dedica una delle proprie rivisitazioni e il nome della sua band: “the Higway 61”, formazione composta dal bassista Mino Berlano e dal batterista Mariano Barba; il primo, nella sua lunga carriera, ha già collaborato con grandi chitarristi come Antonio Onorato e Andrea Braido, il secondo è a tutti gli effetti il Dave Weckl partenopeo, avendo suonato con cantanti del calibro di Pino Daniele, Gigi Finizio e Audio 2.
Una vera e propria super band del blues che infiamma i live per la forza del sound e lo spessore ritmico degli shuffle. Non per caso, un certo Edoardo Bennato porta Porcelli nei suoi tour già da tempo , dicendo di lui che “… ha la licenza per parlare di blues, trafficare di blues, cantare e suonare blues”. Se a questi meriti si aggiunge la stima di Roberto Ciotti che conferma il suo “grande feeling e talento”, non resta che crederci e ascoltare.