Blind Horizon
The Parallax Theory

2010, Spider Rock Promotion
Death Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 22/10/10

I Blind Horizon sono un giovane combo capitolino, autore in questa seconda metà del 2010 di un debutto, questo “The Parallax Theory”, decisamente interessante. Di base siamo di fronte a un ensemble il cui stile può essere incanalato nel filone death melodico con (molti) spunti progressive: questo per dare un'idea generale, perché poi in pratica i Nostri sono tutto fuorché catalogabili.

Non appena terminato un primo ascolto si giunge subito a due conclusioni (o meglio, constatazioni): 1)questi ragazzi hanno, passatemi il termine (anche e soprattutto per la presenza di una ragazza in formazione), le "palle quadrate e fumanti"; 2)soffrono di schizofrenia. Sì perché non è possibile mutare così repentinamente di genere all'interno di uno stesso pezzo, stravolgendolo e snaturandolo al punto che più volte può venirti da pensare che la canzone che stavi ascoltando sia terminata e ne sia iniziata una nuova. Per fortuna i Blind Horizon sono anche intelligenti (oltreché bravi), e sanno che il povero ascoltatore frastornato abbisogna di richiami qua e là per non perdersi del tutto nel labirintico marasma sonoro da loro creato, finendo poi per mandarli a quel paese. Per questo motivo tutti i pezzi seguono, bene o male, un binario, dal quale deragliano spesso e volentieri, ma nel quale, seppur trasmutati dopo innumerevoli voli pindarici, ritornano per portare in fondo la canzone. Questa spiegazione è dovuta, è necessario che l'ascoltatore arrivi preparato all'ascolto di “The Parallax Theory”, onde evitare di scartarlo subito a priori perché sconclusionato e caotico. Certo se vogliamo dirla tutta i Nostri avrebbero potuto frenarsi un po' di più e mettere meno roba in tavola: il rischio della grande abbuffata c'è, e non sempre quando ti abbuffi ti godi realmente ciò che ti stai mangiando.

Non c'è una canzone-anello debole tra gli otto pezzi del platter, ci sono semmai momenti, all'interno delle stesse composizioni, meno ispirati o eccessivamente prolissi (data la già citata strabordante vena creativa di questi ragazzi), che fortunatamente non vanno a intaccare più di tanto i vari brani, poiché controbilanciati da altrettante parentesi di ottima caratura. Vero è però che quello che emerge è un disco non tanto frammentario, quanto semmai sin troppo guidato dalla frenesia e dalla passione irrazionale, costituito appunto più da segmenti che da linee rette. Parlando di riferimenti a altri gruppi qui troverete di tutto: death (melodico e non), progressive metal, prog settantiano, qualche sfuriata addirittura tendente al black, partiture jazzate e un mai troppo celato amore per la melodia che ben si materializza in chorus e passaggi davvero orecchiabili. Merito questo di un po' tutti i componenti del gruppo, dal cantante (abile sia in growl che in clean) al talentuoso bassista (il suo strumento è davvero presente e costruttivo all'interno delle trame dei vari brani), dalla batteria isterica alle chitarre suonate con gran maestria e sicurezza. Come detto non ci sono particolari canzoni deboli nell'album, ma pezzi di assoluta qualità quelli sì, sono facilmente individuabili: “I Am Your God”, “Parallax”, “All Souls' Song” e “Shadowman” svettano sulle altre per completezza e bellezza, ma senza oscurare più di tanto le rimanenti quattro che si difendono più che bene.

Non c'è che dire dunque, i Blind Horizon hanno tirato fuori dal cilindro un debutto coi controfiocchi, in grado di soddisfare più palati. L'incredibile “lunaticità” del gruppo è indubbiamente un'arma a doppio taglio, in grado di stupire ma anche di intimorire e confondere. Se i Nostri sapranno, in un secondo album, arginare (non tantissimo, senza snaturarsi) questo loro isterismo hanno ottime possibilità di candidarsi a prossima band italiana di qualità (o meglio, romana, questo a evidenziare come tantissimi gruppi interessanti provengano dalla Capitale, elevandola quasi anche a capitale della musica metal tricolore). Segnateveli, sono assolutamente da tenere d'occhio.




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