In questa seconda parte di 2010 ritroviamo gli Ill Niño, combo statunitense di matrice alternative metal/nu metal, le cui ultime release sono state, da un punto di vista qualitativo, inferiori alle attese. Si attendeva una risposta potente da parte di questi ragazzi del New Jersey, risposta a questo giro non pervenuta.
I Nostri tentano in questo “Dead New World” di fare la voce grossa, riappesantendo il suono delle chitarre e delle ritmiche in generale, nel tentativo di allontanarsi un po' dal nu metal e di aggredire maggiormente l'ascoltatore. A conti fatti è il ruggito di un gattino quello che sentiamo: il tipico groove nu metal c'è sempre, così come sono ben presenti le atmosfere latine/sudamericane (marchio di fabbrica della band, dal quale è giusto non si allontanino); il growl di Cristian Machado pare essere utilizzato qui con maggiore frequenza e intensità, ma viene accompagnato da parti in clean melodiche che, assieme alle rispettive controparti chitarristiche, tendono molto presto a annoiare un po' l'ascoltatore, calcando la mano su passaggi o già utilizzati o semplicemente privi di mordente. Non è un caso che le canzoni si susseguano senza colpo ferire, senza lasciare grosse tracce nella memoria, eccezion fatta per alcuni episodi gradevoli e ben strutturati. Tra questi segnalo l'apertura “God Is Only For The Dead”, “Bleed Like You” (uno dei pochi esempi in cui la voce pulita è usata a dovere, con una carica emotiva non indifferente), “Killing You, Killing Me” e “How Could I Believe”. Il resto stagna in una palude di piattezza, ed è un vero peccato viste le capacità (e la carriera non indifferente) alle spalle di questo gruppo.
Come detto in apertura gli Ill Niño hanno fallito nel tentativo di risollevarsi dalle precedenti cadute di tono: certo, non siamo di fronte a una débacle eclatante, “Dead New World” si fa ascoltare ma lo ripeto, non aspettatevi particolari brividi da esso. Se cercate emozioni rivolgetevi verso il loro debutto del 2001, “Revolution Revolución”, non una pietra miliare del nu metal ma senza dubbio di gran lunga migliore di questo disco (e forse ancora ineguagliato in termini qualitativi dalla stessa band).
I Nostri tentano in questo “Dead New World” di fare la voce grossa, riappesantendo il suono delle chitarre e delle ritmiche in generale, nel tentativo di allontanarsi un po' dal nu metal e di aggredire maggiormente l'ascoltatore. A conti fatti è il ruggito di un gattino quello che sentiamo: il tipico groove nu metal c'è sempre, così come sono ben presenti le atmosfere latine/sudamericane (marchio di fabbrica della band, dal quale è giusto non si allontanino); il growl di Cristian Machado pare essere utilizzato qui con maggiore frequenza e intensità, ma viene accompagnato da parti in clean melodiche che, assieme alle rispettive controparti chitarristiche, tendono molto presto a annoiare un po' l'ascoltatore, calcando la mano su passaggi o già utilizzati o semplicemente privi di mordente. Non è un caso che le canzoni si susseguano senza colpo ferire, senza lasciare grosse tracce nella memoria, eccezion fatta per alcuni episodi gradevoli e ben strutturati. Tra questi segnalo l'apertura “God Is Only For The Dead”, “Bleed Like You” (uno dei pochi esempi in cui la voce pulita è usata a dovere, con una carica emotiva non indifferente), “Killing You, Killing Me” e “How Could I Believe”. Il resto stagna in una palude di piattezza, ed è un vero peccato viste le capacità (e la carriera non indifferente) alle spalle di questo gruppo.
Come detto in apertura gli Ill Niño hanno fallito nel tentativo di risollevarsi dalle precedenti cadute di tono: certo, non siamo di fronte a una débacle eclatante, “Dead New World” si fa ascoltare ma lo ripeto, non aspettatevi particolari brividi da esso. Se cercate emozioni rivolgetevi verso il loro debutto del 2001, “Revolution Revolución”, non una pietra miliare del nu metal ma senza dubbio di gran lunga migliore di questo disco (e forse ancora ineguagliato in termini qualitativi dalla stessa band).