Kenny Wayne Shepherd era giustamente considerato un bimbo prodigio, uno che alla “veneranda” età di anni sette imbracciava una Fender e strimpellava Muddy Waters, Dio del Blues. Oggi quel bimbo ha trentatré anni, e le sue mani domano una Stratocaster come a suggerire che chi comanda è sempre lui… e di strada insieme ne hanno fatta parecchia. Il virtuoso di Shreveport (Louisiana, USA) ha collezionato, dal ’95 in poi, una serie invidiabile di premi tra memorabili performance e dischi certificati oro e platino, aprendo, a suggello di una carriera sempre in ascesa, ad Aerosmith, Lynyrd Skynyrd, Van Halen e Bob Dylan.
Live! in Chicago è stato registrato nella metropoli della East Coast alla prestigiosa House Of Blues, e si tratta di un’operazione perfettamente riuscita, una vera e propria dichiarazione d’amore al genere e che ha già raggiunto, dopo pochi giorni dalla sua pubblicazione, il primo posto nella Billboard Blues Chart.
Mi accorgo che stiamo parlando di un trentatreenne come di un’icona globale, ma se date un rapido ascolto alle perle “Somehow, Somewhere, Someway”, “Deja Voodoo” o “Rocking Daddy”, vi accorgerete all’istante che chi sta cercando di ipnotizzarvi è un fuoriclasse vecchio stampo, uno di quelli che macina cento mila note senza sapere cosa significhi andare fuori tempo. E poi che tocco, che classe, che stile. Il comparto tecnico è pertanto inattaccabile, lo stesso dicasi per una registrazione essenziale, credibile e totalmente priva dei trucchi da studio, cosa tanto in voga nei live album dell’ultimo ventennio.
Poco altro da aggiungere, se non che la scaletta va a pescare il meglio dell’intero repertiorio di Kenny, rendendo il prodotto certamente più appetibile di un glaciale best of. Un live album blues rock che più rock non si può, segnale incoraggiante del processo di crescita di un genere che non vuole smettere di stupire. Da acquistare senza remore.