Hail Of Bullets
On Divine Winds

2010, Metal Blade
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 04/11/10

Era lecito aspettarselo, ma si sa, spesso le aspettative devono scontrarsi con la dura realtà. Lo abbiamo aspettato, desiderato e ora che finalmente lo abbiamo tra le mani, non possiamo che decretarne la grandezza e assegnargli la palma di “Miglior Album Death Metal 2010”. Di chi stiamo parlando? Di una delle poche all-star band che invece di allestire un carrozzone tutto fumo e niente arrosto, ha messo in piedi un progetto che con soli due album ha spazzato la concorrenza, piazzandosi come migliore act del vecchio continente e aggueritissima testa di serie del panorama mondiale.

Del resto basta scorrere la line up degli Hail Of Bullets per far tremare i polsi agli appassionati... Ne citiamo solo due: il bravissimo batterista Ed Warby, già nei Gorefest, Ayreon, Star One e tanti altri gruppi, e il leggendario vocalist Martin van Drunen, frontman dei fondamentali Pestilence e svariate altre collaborazioni. Il genere? Non poteva essere altro che death metal old-school, quello marcio, viscerale, che fa del feeling il suo cavallo di battaglia, lasciando velocità e tecnica in disparte, mettendo l'accento sull'epicità, sul trasporto, sulla potenza micidiale del riffing e dell'incedere di una batteria/carro armato pronta a demolire ogni cosa.

On Divine Winds” non propone sostanziali novità, sia rispetto all'ottimo predecessore “…Of Frost and War”, sia nei confronti del death, inteso come genere; sì, che questo disco sia più lento e asfissiante del debutto ha poca importanza, come non ne ha l'evidente affinità del lavoro con le formazioni cardine del death old-school, vista l'enorme (ripetiamo enorme) qualità contenuta in queste tracce. Qualità che si accompagna a una classe compositiva propria dei grandi, personalità, attitudine, con la capacità di piazzare ogni cosa al punto giusto, ammutolendo gli ascoltatori senza strafare, quasi a volerci dire: “Visto come è semplice? Adesso provateci voi...”. In un mare di album usa e getta, “On Divine Winds” ha il grosso pregio di far tornare ad ascoltare le canzoni con l'ausilio del testo sotto mano, per saggiare appieno la totale fusione di testo e atmosfera che gli “Hail of Bullets” sono riusciti a plasmare anche in questa occasione. Se con il precedente lavoro il concept bellico riguardava gli scontri sul fronte orientale della seconda guerra mondiale, in questa occasione si omaggia il fronte occidentale (evidentemente non con la prospettiva cara a noi italiani): quindi i protagonisti sono i giapppnesi e i loro kamikaze, l'attacco a Pearl Harbour, la violentissima invasione giapponese della Manciuria, i bombardamenti americani a suon di napalm, ecc...

Un parallelismo tra lyrics e musica che aggiunge ulteriore fascino a un'opera già eccelsa musicalmente. Se con “…Of Frost and War” le cavalcate nelle steppe russe, operate da micidiali carri armati, erano accompagnate da distruttive sfuriate death, in “One Divine Winds” si respira più l'epicità che trasmette l'Oceano Pacifico, vero teatro del conflitto, con un'alternanza di up-tempo e rallentamenti spettacolari, come a voler rimarcare la diversità delle strategie militari su questo fronte, fatto da pianificazioni e decisi attacchi a sorpresa.

L'unico appunto (o pregio, a seconda dei punti di vista) è che forse in “On Divine Winds” mancano un paio di pezzi killer, presenti nel debutto, denotando l'intento degli Hail of Bullets di prediligere l'insieme e il senso di epicità che si snoda sottopelle in tutte le tracce presenti. Citarne qualcuno in particolare? No grazie, l'album è un macigno che una volta inserito nel lettore non si ferma più, in cinquanta minuti scarsi di grandissimo death metal, come quasi non se ne ascolta più al giorno d'oggi. Scelta obbligata dunque per i nostalgici, i fan della band e per tutti coloro che, stanchi della mediocrità dilagante di oggi, vogliono ancora emozionarsi (e mettere a repentaglio le articolazioni cervicali) con un album semplicemente death metal.



01. The Eve Of Battle

02. Operation Z

03. The Mukden Incident

04. Strategy Of Attrition

05. Full Scale War

06. Guadalcanal

07. On Choral Shores

08. Unsung Heroes

09. Tokyo Napalm Holocaust

10. Kamikaze

11. To Bear The Unbearable

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