A Perfect Circle
Mer De Noms

2000, Virgin Records
Alternative Rock

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 04/11/10

Recensione a cura di Alekos Capelli

 

Probabilmente non c’è sogno più grande, per un musicista, di affrancarsi dal mero ghost-writing e dal lavoro di supporto dietro le quinte e creare un gruppo coi propri idoli o mentori musicali. Questo è quello che è successo, in sostanza, a Billy Howerdel, passato da tecnico delle chitarre dei Tool, roadie di lusso di Nine Inch Nails e collaboratore di Corgan negli Smashing Pumpkins, a fondatore, compositore e main-man del super gruppo A Perfect Circle. Howerdel è riuscito a reclutare alcuni dei più bei nomi della scena rock e metal a stelle e strisce, come Josh Freese, Troy Van Leeuwen, Paz Lenchantin ma, soprattutto, Maynard James Keenan, singer degli immensi Tool, nonché personalità fra le più influenti nell’odierno panorama musicale alternativo, coinvolto nel progetto nel momento di iato fra "Aenima" e "Lateralus", e divenutone subito uno dei cardini fondamentali.

Gli A perfect Circle, lungi dall’essere un mero side-project di Keenan, sono quindi un gruppo a tutti gli effetti, che tramite il loro esordio discografico, "Mer De Noms", hanno stupito e rapito il mondo grazie a una proposta musicale impressionante per profondità, intensità, freschezza e varietà. Si tratta sostanzialmente di alternative-rock, ma il sound forgiato dal gruppo è un melting-pot di influenze talmente vaste e varie da formare qualcosa di unico. Non sono i Tool più melodici, non sono i Nine Inch Nails più rock o gli Smashing Pumpkins più metal, ma un’entità a sé stante. Non accade spesso, ma è come se la comparsa degli A Perfect Circle avesse mostrato agli ascoltatori la necessità, il bisogno della loro stessa esistenza, finora inespressa, ma dopodichè divenuta imprescindibile.

Le dodici canzoni contenute in "Mer De Noms" sono composizioni che vivono di vita propria, non frammenti, ma storie complete e complesse, nomi che raccontano vite, morti, pensieri e sentimenti, che raggiungono il cuore dell’ascoltatore, facendo leva su una comunicatività, che fa rima con emozionalità, eccezionale. Vi sono canzoni più dirette e metalliche, come l’iniziale "The Hollow", "Judith", "Sleeping Beauty" e "Thinking of You", condotte per mano dall’intensità, dall’urgenza espressiva dei riff di chitarra, così come brani più lenti, introspettivi e notturni, in cui ha maggior peso la componente acustica, e il sound si fa più bilanciato, lasciando il più ampio spazio possibile alle vocals di Mayanard ("Magdalena", "Rose", "Orestes", "Breña").
 
Tutti i brani sono comunque accomunati da un’estrema cura e ricercatezza nella composizione e negli arrangiamenti, con partiture d’archi e inserti elettronici, piuttosto che diversi layer vocali. Non è un caso che questo lavoro sia diventato in breve tempo un best seller mondiale, perché, a posteriori, è davvero una delle cose migliori uscite negli ultimi anni. Superba la performance di tutti i componenti, così come la realizzazione tecnica (affidata al binomio Howerdel e  Moulder), notevole soprattutto la resa dell’impasto fra le linee melodiche e i riff di Howerdel e le intense vocals di Keenan, che interpreta e da vita nel modo migliore possibile a un mondo sonoro carico di pathos, emozioni, luci e ombre.

Una fusione non facile di elementi che avrebbero potuto essere facilmente pacchiani e kitch, ma che invece funzionano alla perfezione, regalandoci una perla di moderno alternative-rock. Un disco unico nel suo genere, paragonabile solo al suo successore "Thirteenth Step", ma, forse grazie all’effetto sorpresa e novità, e anche a composizioni più immediate, a questo leggermente superiore. Capolavoro.





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