Nemesis Inferi
Another Kind Of Evil Re-Issue 2010

2010, Fuel Records
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 07/11/10

Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare: molto spesso band interessantissime anche nostrane rimangono senza contratto, non degnate di nota da alcuna etichetta che sia in grado di garantire loro la visibilità e i mezzi che si meriterebbero. Non è questo (per lo meno, non lo è più) il caso dei bergamaschi Nemesis Inferi, i quali, in attesa di un loro nuovo full-lenght atteso per metà 2011, sono stati finalmente messi sotto contratto dall'italiana Fuel Records, la quale ha ripubblicato rimasterizzandolo il loro “Another Kind Of Evil”, il quale in questa nuova veste beneficia anche dell'aggiunta di pezzi provenienti dall'EP “Reborn Of Fire” del 2007.

La lunga gavetta dei Nostri ha reso il loro suono un misto composito di tanti elementi: il black sinfonico è sicuramente parte delle loro fondamenta, ma è opportuno sottolineare come i Nemesis Inferi attingano a altri generi quali death melodico, gothic, accenni di progressive e atmosfere doom, il tutto a creare una miscela esplosiva che non può non suscitare interesse negli amanti di queste sonorità. Sin da subito si nota come la spina dorsale dei pezzi che compongono l'album sia costituita, nessun escluso, dalle tastiere: queste sono sicuramente la marcia in più, un quid che crea atmosfere ora solenni, ora epiche, ora cupe e sepolcrali, ma sempre di grandissimo impatto e vitali per lo svolgimento del brano.

Si prenda “Raise The Stake”: tutta la canzone è permeata da keys sinistre eppure solenni e ammalianti, che si sposano alla meraviglia con lo scream/growl feroce e furioso di Beppe Milani: Pierpaolo Boninelli fa quindi un immenso lavoro con il suo strumento, ma non sono certo da meno tutti gli altri componenti del gruppo: a sentirli ci si chiede come sia possibile che questi ragazzi siano stati notati solo adesso.
La traccia appena citata non è che un esempio, e numerosi sono i pezzi che andrebbero descritti, eccezionali sia per qualità che per varietà (pieni zeppi come sono di continui cambi di tempo e atmosfere), oltretutto facili da assimilare nonostante la proposta non sia, ovviamente, delle più mainstream. Eppure “Soul Of Dying” (presente anche come ultima traccia nella sua versione del 2007) non può non catturare sin da subito, merito stavolta soprattutto dell'impressionante prova vocalica del cantante, qui impegnato anche in strofe in clean. Altri momenti di rilievo vanno poi cercati in “Waiting For My Funeral”, “Amon”, “Northern Heart” (la quale dopo un minuto svela tutta la sua furia, candidandosi a uno dei pezzi più aggressivi del lotto), “Forsaken” e la titletrack, anche se, mi preme ripeterlo, non c'è un solo brano che vada sotto la sufficienza: forse i tre brani dell'EP (“Soul Of Dying” esclusa) sono un gradino sotto alle altre, ma questi sono dettagli.

La proposta dei Nostri prende qualcosa da molte band più blasonate (Dimmu Borgir, Cradle Of Filth, My Dying Bride, Moonspell, Amon Amarth, Novembre, Bathory tra quelle che più mi sono saltate all'orecchio), ma riesce a ricreare delle sonorità non dico uniche (sarebbe un miracolo soprattutto in questo campo), ma per lo meno sufficientemente originali da staccarsi con forza dal pantano nel quale, volenti o nolenti, sguazzano molti gruppi conterranei e non). Come detto in apertura era l'ora che qualcuno desse una possibilità ai Nemesis Inferi, ai quali vanno tutte le mie congratulazioni per questo “Another Kind Of Evil” e un grosso in bocca al lupo per la loro carriera: dopo tanta gavetta si meritano davvero un gran bel successo di critica e pubblico.




01. The Grave Song

02. Raise The Stake
03. Soul Of Dying

04. Waiting For My Funeral

05. Amon

06. Bloodland 2

07. Northern Heart

08. L.I.T.E.

09. Forsaken

10. Another Kind Of Evil

11. Inferi Hymn

12. Reborn Of Fire

13. Bloodland

14. Soul Of Dying 07

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