Matt Cadillac & The Shoots
Highway Of Rock

2010, This Is Core Music
Rock

Recensione di Erik Molteni - Pubblicata in data: 24/11/10

Sgombriamo immediatamente il campo da qualsiasi dubbio: i Matt Cadillac & The Shoots, a dispetto del nome, sono italianissimi e più precisamente della provincia di Verbano Cusio Ossola, situata ai confini con la Svizzera. Nonostante ciò la loro musica pesca a piene mani dalla tradizione rock più pura, quella che ha fatto entrare nella leggenda questo affascinante genere musicale e che, inutile sottolinearlo, ha solide radici poste lontano dagli italici confini; ma la band in questione dimostra non solo di avere delle doti tecniche non indifferenti, ma anche e soprattutto di trovarsi a proprio agio con questo genere musicale. Emergono così chiare influenze provenienti da mostri sacri del rock come i Rolling Stones, ma anche da band più estreme come gli AC/DC, senza per questo allontanarsi dalla matrice più pura del genere e non disdegnare nemmeno qualche piccola intrusione nel panorama blues, illustre antenato del rock.

Il risultato è un lavoro di pregevole fattura, ottimamente suonato da una band di sicuro talento esecutivo e dalla facile melodia ma che, ironia della sorte, risulta essere troppo pulito per il genere che incarna; mi spiego meglio: la produzione è senza ombra di dubbio ottima, potente, che fa risaltare le doti della band, soprattutto se possedete un buon impianto stereo da poter valorizzare ad alto volume, ma proprio qui sta il punto. Il rock in questione, quello puro e crudo degli anni Settanta, esige un sound più sporco, più grezzo, quasi “garage” per citare un termine tanto caro ai rockers più intransigenti, e magari i brani potrebbero cercare di osare qualcosa in più in ambito compositivo: non che siano carenti di idee, ma quantomeno si dovrebbe tentare di calcare la strada della sperimentazione, non in termini estremi, ma in un modo tale da illuminare i brani con quel pizzico di originalità che non guasta mai. Certo, la band merita un plauso non solo per le proprie capacità musicali, ma anche perché dimostra un coraggio non indifferente nel percorrere una strada musicale che, in un modo o nell’altro, li porta a misurarsi ed a confrontarsi con autentiche icone della musica mondiale, gente che ha fatto la storia della cosiddetta “musica del diavolo”. E la storia ce lo insegna, che immancabilmente i paragoni si sprecano sempre, nonostante la proposta musicale più recente non abbia nulla da invidiare a chi l’ha preceduta; certo quella sensazione di già sentito rischia sempre di aleggiare intorno all’ascoltatore, ma non per questo bisogna sminuire il risultato. Anzi, questo album è senza ombra di dubbio un buon punto di partenza su cui lavorare per il futuro: la classe a questi quattro ragazzi non manca di certo, bisogna però affinare le armi che saldamente impugnano; e allora, senza timore di tradire le proprie origini musicali, si potrebbe tentare qualche sperimentazione.

Per il momento godiamoci questo “Highway Of Rock”, un album che sicuramente incontrerà i favori degli amanti del genere, senza aggiungere nulla di nuovo alla lunga storia del rock, e magari proprio per questo farà storcere il naso a qualcuno; spesso (ma non sempre) la verità sta nel mezzo. Noi, senza eccessivi trionfalismi, ci sentiamo di promuoverlo e di consigliarvelo; senza ombra di dubbio, sarà un piacevole e coinvolgente ascolto.



01. My Love
02. Rock’n’Roll
03. Little Johnny
04. Love Me Tonight
05. Around On The Street
06. Shuffle Train
07. Rock & Blues
08. Till Late Night
09. Somebody

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