Aurigon Hauta
Muinaisia Muisteloita, Noita Syntyja Syvia

2010, CCP Records
Folk Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 27/11/10

E’ innegabile, la giungla di sottogeneri metal è florida più che mai. Ogni giorno nascono realtà che mischiando le caratteristiche principali del fitto sottobosco metal, formano i più disparati generi. A detta di molti è un bene, per la voglia e la determinazione di creare sempre qualcosa di nuovo, per altri è un male che va estirpato alla radice. Punti di vista. Gli Aurigon Hauta, formazione finnica nata nel tardo 2001 da un’idea di Janne Väätäinen (chitarra e voce) e Sakari Harju (chitarra), cade, come fa una mela, non lontano dal’albero Folk/Viking. L’intento della band è quella di non cedere a ritriti cliché del genere e proporre qualcosa di unico e difficilmente paragonabile. A onor del vero, gli inventori della sauna, ci riescono anche, ma non convincono pienamente, tutt’altro.

Le tematiche che vengono affrontate in questo impronunciabile “Muinaisia Muisteloita, Noita Syntyjä Syviä” non parlano solo dei soliti guerrieri vichinghi, delle battaglie campali e delle orribili creature mitologiche a cui siamo stati abituati da gruppi ben più blasonati, bensì traggono spunto dalla tradizione scandinava/baltica, quella Karelia tanto cara agli Amorphis (non per nulla sono uno dei gruppi ispiratori della band assieme a Metsatöll e Skyforger). La musica dei biondo-criniti è una mistura di elementi folk, metal e parti puramente acustiche che sono corroborati da una doppia linea vocale maschile-femminile che, lasciatemelo dire, mi ha abbastanza infastidito; non tanto per l’idea in sé (non sono certo i primi a farlo) ma per una scarsa ispirazione e una certa cacofonicità del tutto. A tratti mi è sembrato di ascoltare un lamento più che un cantato. Sulla parte prettamente strumentale non trovo nulla di particolare da dire, molti sono gli strumenti caratteristici e che vengono ben suonati, interessanti sono alcuni spunti disseminati con parsimonia nelle otto tracce che compongono l’album. Discorso diverso merita la produzione dell’album, non all’altezza dei canoni standard attuali, ma d’altra parte è una caratteristica di background di molte band simili.

Ad essere del tutto onesti, se mi trovassi in un negozio di musica verrei certamente attratto dall’evocativa copertina, andrei poi a documentarmi su internet tramite il sito della CCP Records o MySpace per essere sicuro dell’acquisto. A quel punto, conoscendomi, in nove casi su dieci lascerei il disco a  prendere polvere sugli scaffali, perché purtroppo, gli Aurigon Hauta, non sono ancora giunti alla completa maturazione musicale.



01. Alkusanat (Opening Words)
02. Veden Loihtu (Spell of Water)
03. Oluen Synty (Birth of Beer)
04. Mittelö (Duel)
05. Otson Synty, osa 1 (Birth of Bear, part 1 )
06. Otson Synty, osa 2 (Birth of Bear, part 2)
07. Imatran Impi (Maiden of Imatra)
08. Köyry-yö, Juhlayö (Köyry Night, Holy Night)

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