My Own Rush
Sogno Italiano

2010, DMB Music
Rock

Recensione di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 01/12/10

Per descrivere i My Own Rush vorrei partire dall'espressione utilizzata dalla band stessa per definire il proprio approccio alla musica, ovvero “pane e salame e rock 'n' roll!”: niente riassume meglio lo spirito di questa interessante formazione novarese. L'album d'esordio “Sogno Italiano” racconta in maniera ironica la situazione attuale dell'Italia, con tutti i suoi limiti e i suoi paradossi. A fare da colonna sonora vi è sempre puro rock n' roll, semplice, divertente e scanzonato, che è tagliente quanto le parole che escono dalla bocca di Edoardo Bonetti.

In realtà non si deve pensare a “Sogno Italiano” come un disco di forte denuncia, come accade spesso nel punk ad esempio, ma bensì come un modo per sottolineare in modo scherzoso gli aspetti più negativi del nostro Paese. Infatti i ragazzi della band  piemontese dimostrano innanzi tutto grande auto-ironia e voglia di prendersi in giro per primi: divertire divertendosi, questo lo spirito dei My Own Rush, dall'inizio alla fine dell'album. Album che si apre con “Ho Provato A Guardarmi Dentro Ma Ho Preferito Restarne Fuori”, una sorta di “guida all'uso”, o meglio “avvertenze e precauzioni per l'uso”, in cui sono inserite frasi del vulcanico Vittorio Sgarbi in risposta a quelle del gruppo. I temi trattati poi nei diversi brani variano dal “cocco di mamma” di “Figlio Del Mio Tempo”, ai politici di “Una Vita Da Onorevole”, passando dalle critiche ai giornalisti musicali e ai cantautori italiani. Come in ogni disco rock 'n' roll che si rispetti si parla ovviamente anche di sesso esplicito e vi è spazio pure per la romantica ballata acustica “Dolce Polly”, che però non rinuncia all'efficace umorismo accostabile a quello di “Cara Ti Amo” di Elio E Le Storie Tese. E per capire davvero l'essenza di “Sogno Italiano” basta aggiungere che nella title-track la band esclama “nel paese del lavoro che non c'è, io col gratta e vinci devo insistere” e per essere coerente in 200 copie del disco inserisce un gratta e vinci. Chissà mai che cambi la vita.

Il debutto dei My Own Rush è molto promettente e pone sul piatto della bilancia una formazione con un proprio stile in grado di offrire un'opera fresca, semplice, dall'impatto immediato, divertente  e che mette di buon umore nonostante le verità musicate siano piuttosto scomode.



01. Ho Provato A Guardarmi Dentro Ma Ho Preferito Restarne Fuori

02. Sogno Italiano

03. Figlio Del Mio Tempo

04. Dolce Polly

05. Sexteen (Miss Backstage)

06. Milano Di Notte

07. Serenata Rock

08. Una Vita Da Onorevole

09. Canto Per Dispetto

10. Dad Is Calling Out

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool