Love In Elevator
Il Giorno Dell'Assenza

2010, Epic & Fantasy
Post Rock

Più attenti alle emozioni, i nuovi Love In Elevator travolgono e seducono.
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 07/12/10

C’è aria di grandissimo cambiamento dentro i Love In Elevator: da band praticamente tutta al femminile, in una sorta di versione nostrana delle Hole, oggi abbiamo un power trio la cui unica donna sopravvissuta è la chitarrista/cantante/mastermind Anna Carazzai. Non si ferma tuttavia alla formazione il cambiamento di questa band: da un suono ruvidamente alternative, fortemente debitore di sonorità stile Verdena, i Love In Elevator attuali, oltre a prediligere le liriche in italiano, sono maggiormente riflessivi, più attenti alle emozioni, dilatate in soffuse, ma anche rabbiosamente roventi, atmosfere post rock, in un processo che segna la naturale evoluzione del precedente inciso “Re Pulsion”. Bene, ora che ho fatto il mio dovere sterilmente giornalistico, lasciatemi divenire emozionale, visto che questo magnifico “Il Giorno Dell’Assenza” me lo consente.

La prima volta che ascoltai questo disco, fu durante un viaggio in macchina tra Como e la mia Bergamo, al rientro dalla serata a favore dell’AISM di cui vi abbiamo già ampiamente raccontato. Il viaggio in compagnia dei Love In Elevator fu parecchio straniante: strade buie, sconosciute e desolate, nebbia che a tratti confondeva le idee, ed un suono suadente e strisciante in perenne sottofondo che, una volta giunto a destinazione presso la mia magione, mi ha lasciato un indefinibile, ma piacevolissimo, senso di smarrimento addosso. Focalizzando con ulteriori ascolti, si consolida la sensazione di avere a che fare con una certa vena dark a donare sostentamento a questo terzo lavoro in studio della formazione veneta, una sorta di country oscuro che si manifesta perfettamente nel capolavoro “Dune”, un pezzo che parte decisamente sgangherato, con la sezione ritmica di Christain Biscaro e Roberto Olivotto a sfidare le leggi della metrica nel seguire lo slancio prettamente emozionale della chitarra di Anna, quindi un break costituito da violini e violoncelli, ad innaffiare una nenia che esplode in un finale a base di organetti alla Goblin…tutto per dire che questi ragazzi sembrano dediti a coltivare in musica un indicibilmente affascinante campo degli orrori emotivi, in cui crescono Mandragore pronte ad incantarci col loro canto mortale, una sensazione coadiuvata anche dal Mellotron di “Il Sesso Delle Ciliegie” (dove, peraltro, c’è una certa familiarità con le “Murder Ballads” di Nick Cave). Ma non è solo questo, c’è molto di più, come una tipica marcia in iper-distorsione tutta stoner in “Bulletto” (dove c'è anche Anna Angela Volpato a dare una mano alla Carazzai nei cori di un brano torbido e sensuale come pochi), oppure un meraviglioso ritornello melodico ed epicamente emozionale nel primo singolo “Mata Hari” (probabilmente, la cosa più vicina ad una canzone vagamente commerciale che questa band è in grado attualmente di comporre), piuttosto che le destrutturazioni al limite del noise più screamo e feroce di “Mancubus” ed “I Cieli Di Munch”, brano dove regna una piacevole sensazione di pura anarchia. Ancora: abbiamo momenti prettamente alternative rock come la titletrack e “Messalina: La Terza” (preceduta dal suono dell’ “Acqua” e seguita da quello della “Trombetta”), brani che paiono scritti da una Melissa Auf Der Maur sotto (più) acido, per finire persino con una traccia semi-narrata totalmente schizzata quale “Consigli D’un Bruco”, dove l’ossessività della chitarra si dà il cambio con la follia di voci che pronunciano parole destinate a rimanere impresse nella vostra memoria molto a lungo, nonostante il loro apparente nonsense. Il tutto registrato e mixato totalmente in analogico, a creare un suono ovattato e soffocante che enfatizza ulteriormente la poesia dolcissima, eppure nera, di cui questo lavoro è un brillante manifesto.

Arriviamo così a disquisire in modo molto naturale dell’unico difetto che mi permetto di segnalare su un lavoro dinamico, entusiasmante e fantasioso come pochi, ovvero proprio la produzione del disco. Sia chiaro: i fan dell’analogico qui avranno di che divertirsi, perché la produzione è volutamente retrò e arriva a ricreare quel feel da “presa in diretta da live” che, credo, sia l’obiettivo per cui la band si è lanciata in un’impresa anacronistica come questa; tuttavia, come rovescio della medaglia, il meraviglioso strumento che è la voce della Carazzai praticamente scompare, affossato da un muro di chitarre, droni distorti e, a tratti, batteria incalzante, tutto amalgamato insieme, senza che poi questi strumenti arrivino a trovare la giusta dimensione in termini di volume in un quadro sonoro perfetto per l’atmosfera dell'opera, se volete, ma comunque assai strano in termini di come oggi siamo abituati a sentire un disco. Unite quindi il fatto che Anna, di suo, ha un timbro estremamente dolce e flebile (tipo quello di una Alessandra Contini de Il Genio, ma molto meno educato ed ordinato), e capirete quando può essere grave la situazione, grave al punto che, se non avete il booklet sottomano, difficilmente arriverete a capire i testi delle diverse canzoni (e sarebbe un gran peccato perdersi alcuni versi - spero proprio che tutto questo vi incentivi a comprare il disco originale). Certo, l’ambito di cui sto discutendo è estremamente soggettivo, e anzi: spero fortemente che il suono non arrivi a colpirvi (negativamente) come è stato per me, perché se così fosse, a questo cd finirete per dare mezzo voto in più di quello che sto per assegnare io tra poco.

Prima di farlo, tuttavia, lasciatemi concludere in modo molto semplice facendo i miei più vivi complimenti ai Love In Elevator, perché mi hanno donato una meravigliosa gemma discografica in questo fine anno domini 2010. Correte anche voi nel campo musicale coltivato dalla band, e venite a raccogliere queste esotiche, misteriose ed affascinanti Mandragore!



01. Camilla’s Theme
02. Il Giorno Dell’Assenza
03. Dune
04. Bulletto
05. Mata Hari
06. Il Sesso Delle Ciliege
07. Mancubus
08. “Acqua”
09. Messalina: La Terza
10. “Trombetta”
11. Consigli D’un Bruco
12. I Cieli Di Munch
13. Honey

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool