Royal Republic
We Are The Royal

2010, Roadrunner Records
Garage Rock

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 30/12/10

Entrano nelle orecchie sfondando la porta con una pedata. Si tratta del debutto degli svedesi Royal Republic, che ripropongono, credendoci fermamente, il garage rock dei conterranei Hives: velocità sostenuta, voce autoironica e indomabile, riff saltellanti e soprattutto quel modo di fare disimpegnato nato per divertire e scuotere. Rispetto agli Hives i Nostri possono vantare una costruzione dei pezzi più articolata, nella misura in cui non sentiremo solo miscele di classici accordi punk ripetute col copia-incolla per tutta la durata delle canzoni; soprattutto non mancano gli elementi che, in questo genere, sono i più importanti: compattezza e adrenalina a palla. Purtroppo a mancare fortemente a questo lavoro è la ricerca di nuovi registri in cui esprimere il genere, lacuna aggravata dal fatto che mancano quelle canzoni-inno che dopo l'ascolto del cd non abbandonano la mente dell'ascoltatore: piuttosto sentiremo un lavoro discreto dall'inizio alla fine, ma senza troppe levate d'ingegno. Perciò resterà poco alla fine, anche se durante l'ascolto la cosa non sembrava poi così male.

La traccia d'apertura è una sonora sferzata di rock dal gusto indie, alla massima velocità: un minuto e mezzo per esaurire il discorso. Così in un attimo si entra nel mood dell'album. "Walking down the line" parte con la conta 1,2,3,4 alla Ramones per poi sfiorare il plagio col suo riff iniziale (da "Two timing touch and broken bones"), da apprezzare davvero, invece, "Full Steam Spacemachine" costruita con un andamento disco, ma arrangiata in modo rigorosamente garage, riesce a districarsi bene fra orecchiabilità e varietà di temi musicali (la coda, soprattutto, risulta davvero trascinante).  Fra le note maggiormente positive c'è in particolare "tommy-gun": fra ballabilità e teatralità promette divertimento e mantiene la parola. Notiamo con piacere che il disco procede senza scivoloni, anche perchè, a dirla tutta, non è che si è osato più di tanto, la formula è ben nota e sempre fedele a se stessa.

In fondo questo "We Are The Royal" è un debutto assai frizzante: chissà che in futuro i Nostri non decidano di scostarsi dal classico rock di stampo svedese lasciando qualche traccia in più.



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